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Ci sono questioni che attengono alle libertà di tutti e che vanno difese strenuamente perché afferiscono alle libertà individuali e collettive che dopo quasi 70 anni di Repubblica non possono essere “violate allegramente” senza avere delle conseguenze.
Per questa ragione e dare il senso della serietà di un ragionamento politico che mira ad elevare il livello del dibattito, questa mattina è stato inoltrato l’esposto-denuncia con il quale, nel contrastare punto su punto l’atteggiamento della Direzione Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” che ha pervicacemente negato la possibilità, ad un consigliere comunale, di accedere nelle strutture di proprietà comunale, è arrivata ad indurre in errore persino il Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza che, irritualmente ed ingiustificatamente, nel reiterare il diniego lo ha definito un “fatto privato”.
Ministero, Procuratore della Repubblica, Prefetto ma anche Direzione Scolastica Regionale e Provinciale, sono ora chiamati a dirimere la questione, che nulla ha di privato, e ad assumere decisioni e dare risposte ad una cittadinanza che è stanca di vedere che questioni pubbliche vengano trattate in questo modo per favorire una ben chiara parte politica, a fronte di quotidiani disagi cui sono costretti gli stessi cittadini.
Come si ricorderà, l’annunciato sopralluogo è stato inspiegabilmente impedito, con la forza, da una direzione scolastica che avrebbe dovuto essere in prima fila a pretendere ambienti scolastici sicuri ed accoglienti e che, invece, con un atteggiamento strumentale e fazioso ha inteso negare un diritto, che in tutto il mondo occidentale (e non solo) rappresenta l’essenza della democrazia e l’emblema delle battaglie condotte per ottenerla.
Nelle otto pagine di esposto, peraltro, ci sono le ragioni di diritto sancite, anche, una giurisprudenza che ha sempre rivendicato il ruolo che deriva da un mandato popolare e la necessità di garantire livelli di democrazia e partecipazione che non possono essere scalfiti da un dibattito politico che ormai è a livello di rigattieri.
Troppe le questioni irrisolte che la dirigenza scolastica ha, con la sua condotta, tentato di nascondere alla conoscenza dei genitori e della città, trincerandosi dietro affermazioni senza senso, dietro le quali si nasconde il vero intento: quello di difendere un’amministrazione comunale fatta di annunci ma che, in cinque anni, lascia le scuole senza riscaldamenti, in strutture fatiscenti e prive delle condizioni igienico-sanitarie minime, con infissi cadenti e con servizi inadeguati, tardivi ed insufficienti.
In buona sostanza, una dirigenza scolastica la cui condotta è stata improntata a quella di un supporter di una squadra in disarmo mentre è giunto il momento di capire se e fino a che punto il basso livello dell’offerta formativa sia più causa o effetto dell’inadeguatezza di chi ha compiti di responsabilità.
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