In Calabria di fame non si muore…

salsiccia

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Riceviamo e pubblichiamo:

Al Calabrese puoi dirgli tante cose. Lui non risponde. Tace. Ti fissa disgustato ma, tace. Ti lascia parlare e dire tutto quello che vuoi. Ma su una cosa sola, il Calabrese, non tace.

Il cibo. Quello è cosa sacra! Non si tocca! Perché vedete cari signori dell’Oms, in terra di Calabria, più d’ogni altra regione, la gente è abituata a mangiare così come facevano i suoi avi decenni e secoli fa. Roba genuina, lavorata dalle proprie mani; coltivata con il proprio sudore.

Tutto con metodo acquisito in secoli di lavoro e ricerca contadina. Ancora oggi lo si fa. I prodotti del supermercato non sono ricercatissimi per la tavola del buon Calabrese.

Anzi…. Quella roba fredda e pallida, in buste sottovuoto o confezioni dalla grafica (solo quella) invitante, non suscita l’appetito del buon Calabrese.

Noi, Calabresi veri, siamo quelli che nel vedere un maialino nella stalla, non vediamo un cucciolo di animale buffo e tenero ma, già salsicce succulenti, capicolli, nduje e soppressate dalla lacrima rossa, appese al tetto della “pinnata” per le cure invernali che, trasformeranno un prodotto originale e inalterato da conservanti chimici e tossici, nel cibo per eccellenza del Calabrese (Tutto con buona pace della Brambilla. Si rassegnasse pure lei!).

Appese proprio sulla testa, di quei ragazzi che organizzano non cene ma “mangiate” a base di prodotti tipici della nostra terra e fatte a mano dalle loro madri e dalle loro nonne. Non come i vostri ragazzi abituati a mangiare quelle porcherie di wurstel fatti solo di insaporitori e chissà quale altra immonda schifezza dentro.

C’è differenza tra noi e voi. Di storia innanzitutto e di tavola.

Carissimi signori dell’OMS, sappiate che potete dirne di tutti i colori ma il calabrese ha la misura e la conoscenza per tutelare la sua salute da sola. Non servono esperti dopo secoli di tradizione gastronomica come la nostra. Visto che l’OMS è l’organizzazione mondiale della sanità, vi propongo di dedicarvi maggiormente al controllo dei veleni interrati da politici corrotti e mafiosi, nelle nostre terre! Si muore di tumore si, ma non per la trasformazione di carni con procedimento naturale!

I vermi ve li lasciamo volentieri a voi che, in Calabria, di fame, non si muore. Anzi, dopo una bella mangiata a base di roba GENUINA, un bel caffè e ammazza caffè, non ce lo toglie nessuno.
A saluti i cui ndi voli mali!

Mariella Epifanio

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