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Arrivano le prime avvisaglie di caldo con alle soglie la stagione balneare. Il pensiero, per una città di mare come Reggio Calabria che dovrebbe e potrebbe vivere tutto l’anno di turismo, in particolare estivo, va al lido Comunale, una struttura che avrebbe potuto assumere una rilevanza strategica, non fosse altro per la storia rappresentata dal luogo, un tempo meta di tantissimi reggini e non solo.
Osannato ed acclamato per la sua importanza, rimane una delle incompiute di questa città. Uno dei primi centri balneari del Sud Italia, situato in pieno centro cittadino, venne costruito verso la fine degli Anni Venti su iniziativa dell’allora Sindaco, Ammiraglio Genoese Zerbi. Intere famiglie e giovani comitive, trovavano refrigerio nell’immergersi nelle acque di un mare di un’ azzurro intenso ed allora cristallino, dove faceva sfoggio una grande boa, detta A Butti. Era l’obiettivo per eccellenza dei più coraggiosi nuotatori che, facevano a gara per mettersi in mostra agli occhi delle ragazze di allora.
Location di prestigio
Il biglietto da visita per chi accedeva al complesso balneare, era la Rotonda sul mare. Distrutta dalla poca lungimiranza di chi doveva attenzionarla, nel rappresentare una delle principali attrazioni estive per turisti ed i vacanzieri reggini, al suo interno ospitava eventi e feste. Incorniciato dal panorama suggestivo dello Stretto, il lido, ospitò eventi mondani come l’elezione di Miss Cinema.
Era settembre 1974, quando, si svolse la trentacinquesima edizione di Miss Italia – una delle più belle organizzate da Enzo Mirigliani – per la prima volta a Reggio Calabria.
La location scelta fu proprio il lido, un vero gioiello di quegli anni.
A presentare la serata, Daniele Piombi, con la partecipazione di Gabriella Farinon e Alighiero Noschese. A presiedere la giuria, Lando Buzzanca. Nelle calde serate estive, si esibirono apprezzati cantanti e showman, come Nilla Pizzi, Carla Boni, Corrado e Mike Bongiorno. Fu anche ospitata una puntata, mandata in onda in diretta dalla Rai, di Giochi senza Frontiere. Centro di aggregazione e di divertimento, al lido non mancavano gli intrattenimenti mondani e le serate danzanti.
Di tutto questo, rimangono purtroppo solo i ricordi. Una delle zone più belle della città, è ora un luogo lasciato nel più totale degrado e abbandono. La struttura esibisce un indecoroso biglietto da visita, rimanendo lo spettro di ciò che era.
La fanno da padrone gli scarichi fognari che riversano i liquami nello specchio d’acqua antistante la Rada Giunchi, dove vige, come di consuetudine, il divieto di balneazione. Legato alla depurazione, il provvedimento è esteso ancora oggi alla maggior parte del litorale reggino.
L’unico punto d’accesso, che nulla sa di accoglienza, non è più quello originario, oggi chiuso e protetto da reti che offuscano la vista ai passanti. I parcheggi, non più esistenti, sono stati ricollocati nella non certo vicina zona del porto, per la recente cementificazione attuata nello storico piazzale antistante l’Arena Lido, anch’essa dimenticata.
Il tutto, accentua le già note e perduranti difficoltà ad anziani, diversamente abili – non certo tutelati – e agli storici e nostalgici frequentatori del complesso balneare che, intendono raggiungere quel che resta della struttura, antistante la mal ridotta Torre Nervi. Baciato dal mare dello Stretto ma, ormai vetusto per l’inerzia registrata in particolare nell’ ultimo decennio, il lido Comunale, attende ancora oggi – chi sa quando – di rialzarsi dalle sue ceneri.
In attesa
Mentre si attende che qualcosa possa veramente cambiare, nella migliore delle ipotesi, potrebbe affacciarsi l’ennesima estate in cui, si tenterà di sopravvivere su quell’ esiguo e maltrattato tratto di spiaggia della zona nord. Privo di manutenzione ordinaria, straordinaria e non solo, vi imperano stabilmente sporcizia, erbacce e pietre. Queste ultime, ormai da tempo immemorabile, hanno fatto casa ben oltre la battigia, rendendo quanto mai pericoloso l’accesso in mare a bagnanti e bambini.
Magari a stagione inoltrata, ciò che rimane della struttura, verrà dato in concessione a prezzi non consoni a quanto viene offerto, nel tentativo di dare l’illusione di una mal celata normalità e la parvenza abbozzata di un tempo che fu.
Fare rivivere un simbolo come il lido, attraverso una adeguata progettualità, per riportarlo a nuova vita, sarebbe un grande segnale di riscatto per la città, sempre più vogliosa di legalità e di un cambiamento che stenta ad arrivare. Le sue indubbie potenzialità, sono da sempre sotto gli occhi di tutti ed attendono di essere sfruttate al meglio.
A volerlo, potrebbero così essere rilanciate ed incentivate le opportunità di crescita occupazionale ed economica del territorio ed in modo esponenziale tutto il settore a vocazione turistica della città, con il suo indotto.
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