Reggio Calabria, gran successo per Yard Cantiere Creativo

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Teresa Timpano, direttrice artirtica si è detta molto soddisfatta dell’esperienza Yard Cantiere Creativo, la Residenza realizzata a Reggio Calabria che ospitato artisti nazionali e internazionali.

«La formazione dei giovani con il corso propedeutico realizzato in collaborazione con l’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine ci ha aiutato anche ad abbassare il target di età che abitualmente frequenta il teatro – ha dichiarato la Timpano – e mi ha convinto di essere sulla strada giusta anche la formula di convivialità che questa rassegna ha proposto con l’aperitivo che ha intervallato gli spettacoli».

Anche lo sponsor Bermè si è dimostrato entusiasta dell’esperienza: «Per noi essere presenti col nostro prodotto a teatro vuol dire sia sostenere la cultura che allargare il nostro target d’interesse. Crediamo molto che uno sponsor privato possa raggiungere obiettivi d’eccellenza assieme a proposte culturali».

Il tema dell’identità viene introdotto  dall’impronta di una violenza che fatica a essere grattata via dall’esistenza: “Un vecchio gioco” di Tommaso Urselli  per la regia di Filippo Gessi non risparmia suggestioni allo spettatore che partecipa a una sequenza di tormenti contrassegnati dal delirio e dalla tensione. La continua inquietudine è resa sulla scena da Teresa Timpano, Luca Fiorino e lo stesso Filippo Gessi che la restituiscono sistematicamente dentro un gioco che gira su se stesso. Pirandello per voce di Maurizio Marchetti sale in scena con “L’uomo dal fiore in bocca” e la mescolanza della realtà con la suggestione avvolge il pubblico di multisfaccettature che  stentano a trovare una sola identità per immergere il teatro Zanotti-Bianco in un incerto Pirandelliano. La prima serata si conclude con Oscar De Summa agile affabulatore che riesce a creare una empatia travolgente e di stampo decisamente ironico col pubblico per poi  accompagnarlo repentinamente dentro un abisso cupo e disperato nel suo  “Diario di provincia”. Una rappresentazione inconsueta e originale che gli è valsa la prestigiosa menzione UBU 2015. La seconda serata si è aperta con le danze di “To Pray” per la coreografia di Afshin Varjavandi di INC InProgress Collective: la significanza della preghiera in un caleidoscopio di gesti oltre il tempo vissuto. I giovani ballerini saranno in grado di impastare stili tribali a gesti urbani, senza soluzione di continuità. Sarà Carolina Balucani a far rientrare il pubblico dentro la dimensione di un tempo immobile: “L’America dentro” è un monologo che paralizza gesti, parole e intenzioni, il suo personaggio tratteggia con precisione l’angoscia di un’identità inchiodata dentro la stanza da una giovane donna che si è fermata nel suo rifugio di bambina. La conclusione della carrellata è affidata a un grande classico: “Amleto?” sviscera l’esperienza di Shakespeare per una coppia di attori all’interno di un percorso di identità non del tutto fluido e mai scontato. Maura Pettorrusso e Stefano Pietro Detassis di Macelleria Ettore proiettano sullo spettatore le instabilità di due identità che si sommano a quelle dei personaggi interpretati, concludendo con un percorso introspettivo l’indagine che Scena Nuda, la compagnia teatrale organizzatrice della rassegna tramite la residenza artistica Yard Cantiere Creativo si è prefissa.

 

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Author: antonino lugarà

antonino lugarà, autore e collaboratore presso la testata ntacalabria.it

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