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“Dal 2013 gli Agenti per l’emersione della Calabria, attendono di conoscere il loro destino e l’evoluzione del Progetto “Lavori regolari”, promosso dalla Regione e finanziato con 14 milioni di euro di fondi pubblici”.
E’ quanto dichiarato in una nota stmapa diffusa ieri.
“Nel 2015, l’impegno di un’avanguardia di agenti ha spinto la Regione a trovare copertura finanziaria, dotando il progetto di 4 milioni di fondi P.A.C. L’assessore regionale al lavoro, Federica Roccisano ha incontrato più volte le delegazioni degli agenti, rassicurandole sull’immediata ed efficace risoluzione della vertenza. Ciò nonostante, il cronoprogramma è stato disatteso: l’iter ha subito un’impasse ed i professionisti restano sospesi in un insopportabile limbo”.
I lavoratori spiegano “quasi 200 eccellenze furono selezionate dalla Regione, attraverso un bando del 2011; dopo un anno di formazione/attività sul campo, avrebbero dovuto ottenere l’inserimento lavorativo a tempo indeterminato o accedere al microcredito per l’autoimpiego ma nulla di tutto ciò si è realizzato: ad oggi, i 180 idonei attendono persino il saldo delle spettanze pregresse (5.200 euro cadauno), imputabili al periodo di formazione. La maggior parte di loro ha più di trent’anni: nella legittima aspettativa di una collocazione, ha visto sfumare opportunità irripetibili. Per alcuni di loro, prossimi ai quaranta, risulta difficile, se non impossibile, la riconversione professionale o la scelta di un destino e di una via diversa.
Il 2016 è quasi al giro di boa e nessun indirizzo ufficiale è ancora pervenuto dal Dipartimento Lavoro della Regione Calabria. Gli Agenti lamentano, oltre ai ritardi, la mancanza di trasparenza e d’informazione: da quasi due anni, nessuna comunicazione sul progetto è giunta al loro indirizzo, alimentando il malessere e l’incognita sul futuro. Futuro che, in assenza di proposte o in caso di offerte inadeguate da parte dell’Ente, risulterebbe ipotecato. «La soluzione – spiegano gli Agenti – potrebbe venire dall’adozione di integrazioni o correttivi rispetto al bando, oltre che dalla riprogrammazione a lungo termine. Ipotesi che gli agenti hanno avanzato, insieme ad una petizione e che l’istituzione deve valutare, considerata la sperimentalità del Progetto e le possibili ricadute positive, in termini occupazionali. Si garantirebbe, infatti, agli Agenti un’utile collocazione nel tessuto amministrativo o economico della regione; contestualmente, si offrirebbe alle istituzioni un bacino di professionalità a cui attingere”.
“Allo stato di cose si aggiunge l’indignazione per la recente uscita televisiva del governatore. Qualche giorno fa, intervenendo nella rubrica “Direttamente”, condotta da Attilio Sabato e Filippo Veltri e trasmessa da TelEuropa Network, il presidente Oliverio ha ingiustamente paragonato lo status degli agenti a quello dei lavoratori a progetto degli enti in house. Paragone insostenibile: gli Agenti per l’emersione e lo sviluppo locale, infatti, sono risorse selezionate con rigore e trasparenza, mediante avviso pubblico e adeguatamente formate dalla Regione. «Ciò che il presidente afferma, in un passaggio dell’intervista, è approssimativo e banalizza la complessità e la verità della nostra situazione. I 180, cui fa cenno (seguito dal riso sarcastico e di scherno di uno degli intervistatori), poco o nulla c’entrano con la Commissione regionale per l’Emersione (che ha avuto un mero ruolo di coordinamento, nella fase di formazione) e con il discutibile metodo di “selezione” del personale (le cd. short list), adottato in passato da enti subregionali o fondazioni. Noi afferivamo ed afferiamo semplicemente al Dipartimento Lavoro della Regione Calabria. La selezione riguardò migliaia di concorrenti e, a differenza di altre (prorogate ad libitum dall’Ente con bandi ad hoc, come nel recente caso degli ex stagisti del Consiglio regionale), avvenne sulla base di titoli e prove selettive ed orali e prevedeva, esplicitamente, lo sbocco attraverso l’assunzione a tempo indeterminato o il microcredito, finalizzato all’autoimpiego. Quanto meno, vista la sua responsabilità e visibilità pubblica, invitiamo il Governatore a ponderare gli esempi, soprattutto quando chiama in causa i destini di calabresi che, nell’Ente regionale, hanno creduto e credono. Tra questi incolpevoli 180, infatti, vi sono anche suoi elettori, che in lui hanno riposto fiducia. Più in generale, vi sono donne e uomini, mortificati dai ritardi e dall’inesatto parallelo con altre figure, spesso assunte senza merito e sulla base della sola clientela ed appartenenza. Alla fine della fiera, Oliverio consideri che, tra i 180, molti sono stati costretti a fuggire, a causa delle inefficienze regionali: storia indegna di un paese civile a cui, ci auguriamo, ponga fine».
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