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In verità pochi credevano che il pericolo fosse scongiurato, ma si sperava almeno in un parziale dietro-front da parte di RFI: purtroppo così non è stato, e nel silenzio, il programma di trasformazione delle stazioni in fermata prosegue, ai danni della ferrovia Jonica. Ultima vittima del piano di “right sizing” di Rete Ferroviaria Italiana, è stata infatti la stazione di Caulonia, che a quanto pare verrà seguita da Ardore e Bova Marina nei prossimi mesi. Per il momento, da quanto è stato verificato dal nostro associato Sergio Grasso, presso la stazione di Caulonia sono ancora presenti segnali e scambi, ma questi ultimi sono stati bloccati meccanicamente, inibendo così la possibilità di effettuare incroci in questa stazione (ricordiamo che il binario di corretto tracciato è il 2, mentre quello di incrocio l’1). Ma un’ulteriore conferma di ciò, ci deriva dagli importanti ritardi che accumulano i treni, in caso di anomalie alla circolazione in quel tratto di linea. In particolare, in caso di impossibilità di effettuare un incrocio a Roccella Jonica per minimo ritardo di uno dei due treni incrocianti, si è costretti ad effettuarlo addirittura a Riace, a ben 13 km di distanza: in pratica, pochi minuti di ritardo, si tramutano in un effetto domino su quasi tutta la circolazione ferroviaria. Ma la situazione peggiorerà ancora, via via che nuove stazioni verranno inibite all’effettuazione di incroci, in nome del risparmio a tutti i costi.
A questo punto, ci poniamo una domanda: che senso ha lavorare assieme alle Associazioni ed ai Comitati dei pendolari per rendere maggiormente funzionale l’offerta ferroviaria, se poi i treni, sempre di più, circoleranno con orari dettati dalle esigenze di circolazione, e non da quelle dell’utenza? Il nostro timore è che il “right sizing” sia uno dei principali rischi per la sopravvivenza stessa della ferrovia Jonica: chiediamo quindi un’immediata presa di posizione da parte degli organi regionali competenti, affinchè si blocchi il programma di ridimensionamento di Rete Ferroviaria Italiana, prima che sia troppo tardi. Del resto, non si può negare che uno dei principali responsabili di ciò, sia proprio la Regione Calabria, che negli ultimi dieci anni ha ridotto sempre di più i finanziamenti destinati a Trenitalia.
Taglio di fondi (l’ultimo risale allo scorso aprile 2014), ovviamente, con relativa drastica riduzione del servizio ferroviario sulla linea Jonica, e conseguente presa di posizione di RFI, che come gestore dell’infrastruttura ritiene ovviamente esagerato l’attuale numero di punti di incrocio, in proporzione al basso traffico ferroviario presente sulla linea.
Il nostro grido d’allarme, quindi, è rivolto alle istituzioni, regionali ma anche locali, affinchè facciano sentire le loro voce: salviamo le stazioni della ferrovia Jonica, perchè diversamente, a breve, non solo non ci potremo più permettere un incremento del numero di treni, ma sarà anche difficile garantire all’utenza la funzionalità dei pochi collegamenti rimasti.
Roberto Galati
Associazione Ferrovie in Calabria
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