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Si è concluso il progetto “Giovani dentro, giovani fuori” stamattina, presso l’Istituto Tecnico Industriale “Panella – Vallauri”. L’aula magna della scuola, gremita di studenti delle quinte classi, ha ospitato l’evento conclusivo di un percorso che, in questi mesi, ha consentito a circa quaranta studenti di confrontarsi con un gruppo di detenuti della Casa Circondariale sui temi della legalità e del recupero e reintegro nella società di chi si è visto comminare una pena carceraria.
Per gli studenti è stata un’occasione per conoscere direttamente la dimensione carceraria, solitamente riportata in maniera distorta da film e tv, e per comprendere profondamente il dramma e le lacerazioni di chi, avendo violato la legge, sconta la propria pena recluso.
L’avvocato Patrizia Surace, direttore scientifico del progetto, ha presentato i risultati della ricerca condotta con la somministrazione a oltre trenta studenti di due questionari, uno all’inizio del progetto e uno al termine. L’indagine ha consentito di indagare le problematiche sociali maggiormente avvertite dagli intervistati e la percezione che essi hanno del fenomeno mafioso così come della dimensione carceraria e detentiva. Alla relazione dell’avvocato Surace, la cui ricerca verrà pubblicata anche rivista scientifica Ratio Sociologica, dell’Università degli Studi Chieti-Pescara, è seguita la proiezione del documentario realizzato da Sergio Conti, dell’agenzia di comunicazione Iamu.it, che ha raccolto le testimonianze degli studenti coinvolti.
“Non soltanto per paura di perdere la libertà, ma per scelta etica e per rispetto di sé stessi e degli altri” è stata l’esortazione agli studenti della dirigente scolastica dell’Istituto “Panella – Vallauri”, Anna Nucera, a valutare le scelte allorquando queste possono rivelarsi pericolose e generare in atti illeciti. “Se il maggior problema avvertito dagli studenti è la disoccupazione e, in second’ordine, il fenomeno mafioso, sappiano che i due aspetti sono legati da un rapporto di causa ed effetto; se la Calabria non offre opportunità lavorative sufficienti è proprio per colpa della ‘ndrangheta che depaupera il territorio”, sono state le parole di Rosario Tortorella, Provveditore vicario dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria. Parole sottolineate anche da Don Ennio Stamile, referente di Libera, che ha ribadito come il progetto “Giovani dentro, giovani fuori”, così sapientemente condotto, deve trasformarsi in progetto pilota da replicare su tutto il territorio regionale. Rassicurazione che è venuta anche dall’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Federica Roccisano, che ha sottolineato come simili occasioni siano necessarie per costruire comunità educanti e per contrastare e prevenire fenomeni delittuosi e criminali, come ad esempio la triste vicenda che ha colpito Don Giorgio Costantino e che ha visto tristemente coinvolti proprio un gruppo di giovanissimi.
L’evento è stato coordinato da Domenico Nasone, insegnante di religione del Panella-Vallauri, sulle note della canzone di Jovanotti, Sono un ragazzo fortunato; “siete tutti ragazzi fortunati – ha concluso Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario AGAPE, – perché avete l’opportunità, grazie anche a questa scuola, di costruirvi un futuro all’altezza dei vostri sogni”.
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