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Diritti negati a Bova Marina, frazione San Pasquale con ragazza disabile senza casa. Evacuata una famiglia a causa di una frana. Problema ambientale e di giustizia sociale.
É questa la difficile realtà di una famiglia che da parecchi mesi deve fare i conti con una frana che non le permette di vivere all’interno delle propria mura domestiche.
Disabile senza casa da otto mesi
Tutto ha avuto inizio il 7 aprile 2017. In due diversi momenti è franato un terreno montano in località San Pasquale (Bova Marina). Questo ha compromesso la sicurezza dell’abitazione sottostante.
Nei giorni seguenti alla frana é stato tempestivo l’intervento della Protezione Civile che ha prestato il proprio servizio. I residenti sono stati aiutati ad evacuare lo stabile.
Nei pressi dell’abitazione di cui sopra, é venuto a franare il terreno in diversi punti. Ad oggi il terreno franato è quasi prossimo all’accesso della strada che conduce alla casa. Questa situazione pericolosa con il passare del tempo sta peggiorando. E con l’arrivo di maltempo e pioggia potrebbe degenerare e compromettere la sicurezza anche delle case sottostanti.
Il proprietario della casa evacuata è un uomo vedovo che vive solo con la figlia, ragazza disabile che ha “necessità” e “diritto” di tornare nella propria dimora acquistata in passato dai genitori tenendo conto delle esigenze specifiche della ragazza.
Soluzioni temporanee per la ragazza disabile senza casa
Inizialmente e per 6 lunghi mesi il nucleo in questione è stato ospitato nella casa di parenti prossimi alla famiglia. Le problematiche in un appartamento al primo piano senza ascensore, con barriere architettoniche interne all’appartamento non hanno agevolato la quotidianità di queste persone e soprattutto hanno compromesso le attività quotidiane della ragazza.
Da quel momento, viste le difficoltà ed il perdurare della situazione precaria é iniziata una vera e propria odissea per loro. Il padre della ragazza è stato costretto a cercare un’altra dimora per poter garantire alla figlia un po’ di tranquillità quotidiana e la libertà di potersi muovere in un ambiente adatto allo spostamento con una sedia a rotelle. Il genitore ha affittato una dimora a proprie spese e ha dismesso le utenze nella casa di proprietà per poterne aprire delle nuove nell’attuale locazione, provvedendo anche a traslocare dalla sua casa elementi d’arredo essenziali per arredare la nuova dimora.
Varie segnalazioni effettuate
Molte le segnalazioni in questi mesi inviate agli enti preposti ma purtroppo nessun provvedimento definitivo è ancora stato attuato. Non si é avuta inoltre una risposta concreta al problema che è un vero caso di “giustizia sociale” oltre che di pericolosità ambientale.
Nel frattempo la famiglia continua a provvedere in solitudine ad affrontare la delicata e difficile situazione, auto-organizzandosi. Lo fa cercando possibili soluzioni al disagio e autofinanziandosi per poter vivere serenamente e dignitosamente.
La speranza é che l’opinione pubblica e chi di competenza venga sensibilizzata e che i malcapitati protagonisti possano ritornare nella propria casa al più presto in una situazione di sicurezza abitativa ed ambientale. E che si metta fine a questa situazione di indifferenza davanti a problematiche esistenziali e alle difficoltà quotidiane dei cittadini.
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Dove sono i bovesi? Sanno benissimo del caso, conoscono benissimo il papà ma se nessuno si organizza per protestare. Aiutatela in qualsiasi modo. Io lo avrei fatto se non vivessi a 4000 km dal mio paee, cioè Bova appunto.