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“Il tasto dei trasporti è sempre stato particolarmente dolente per quanto riguarda la Calabria, ma non credo si sia mai toccato il livello che è stato raggiunto a seguito della cancellazione del volo Bergamo- Lamezia domenica scorsa.” Così la parlamentare del movimento 5 Stelle Federica Dieni commenta quanto avvenuto nell’aeroporto di Orio Al Serio quando a circa ad un centinaio di persone è stato impedito di partire per la loro destinazione.
“I Calabresi non sono cittadini di serie B e non è concepibile che, a fronte della cancellazione di un volo, un numero così grande di persone venga abbandonato a sé stesso. Ciò che è avvenuto, in sintesi, è che la compagnia aerea Rynair alle 17.30 di domenica 7 dicembre 2014 ha comunicato, attraverso sms rivolto ai viaggiatori interessati, la cancellazione del volo da Bergamo per Lamezia delle 19.50. Da lì è cominciata, per questi utenti, una vera e propria odissea, culminata con la scandalosa proposta della compagnia: o recuperare il costo del biglietto, o spostare il volo al mercoledì successivo. Ben sappiamo che molte persone si rivolgono a Ryanair proprio per cercare tariffe a basso costo e che, quindi, la compensazione economica non sarebbe stata sufficiente ad individuare un nuovo mezzo per la Calabria. Molti cittadini sono quindi rimasti senza alternativa, bloccati nell’aeroporto di Bergamo. Tutto questo non è degno di un Paese civile.”
Continua la deputata reggina: “Appare francamente impossibile che in casi come questo l’unica soluzione sia abbandonare i viaggiatori, senza alcuna alternativa se non l’attesa di 3 giorni, con spese di hotel a carico, o un viaggio di 10 ore e più in treno, in barba alla continuità territoriale. Tutto ciò nasce innanzitutto dall’indifferenza delle istituzioni per i calabresi e per il nostro sistema di trasporto, che definire carente è eufemistico. E’ per questa ragione che ho presentato un’interrogazione per chiedere al Ministro di chiarire le responsabilità della vicenda e per domandare perchè tale trattamento sia riservato ai solo ai nostri concittadini. Ciò che deve essere chiaro è che non siamo più disponibili a sopportare in silenzio.”
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