Cutro, continua l’esodo del dimensionamento scolastico

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Molto rumore per nulla. Tutti salvi con il solo Ciliberto-Lucifero sacrificato per garantire al Polo di Cutro la sopravvivenza e l’istituzione del nuovo Polo tecnico professionale di Isola Capo Rizzuto sbilanciando così quell’equilibrio fra città capoluogo e territorio tanto richiamato nella conferenza d’ambito dal Presidente dell’Ente Sergio Ferrari.. In pratica due scuole storiche per il territorio crotonese sono state utilizzate come i Lego, prese smontate e rimontate senza tenere conto della visione pedagogico didattica e lasciando intatto il numero delle autonomie. Con decisione il presidente ha ribadito e difeso una scelta politica che guarderebbe, a suo dire con lungimiranza, allo sviluppo dei territori. Eppure nei fatti non si capisce come il conferimento un’autonomia scolastica ad un istituto di soli 200 alunni possa produrre crescita per il territorio contrastando altresì la dispersione scolastica.

Di certo questo piano proposto dalla provincia non tiene conto dei numeri che nella loro obiettività non lascerebbero spazio all’interpretazione.

Allo stato attuale della cose il Polo Cutro conta 485 studenti, contrariamente a quanto affermato dal presidente non è il Ciliberto-Lucifero l’istituto con meno iscritti nella Provincia. Il Ciliberto-Lucifero, la scuola smembrata, che da accorpante diventa accorpata, contravvenendo a tutte le linee guida, conta attualmente 669 studenti. Ecco come il presidente ha pensato di rimescolare le carte: Nautico e Ragioneria spacchettati, a loro volta tutti gli istituti di Cutro vengono staccati da quelli di Isola Capo Rizzuto, salvando l’autonomia di Cutro grazie alla Ragioneria di Crotone che nonostante i suoi 310 studenti viene accorpato da un Istituto che ne ha soli 204. In epoca di tagli si crea invece una nuova autonomia scolastica ad Isola Capo Rizzuto comprendente tutti gli istituti con sede nel comune ma attualmente facente parte del Polo di Cutro per un totale di studenti 281 contro i 359 del Nautico. Anche in questo caso si va contro le linee guida regionali che esplicitano chiaramente che la scuola con maggior numero di studenti mantiene l’autonomia, il nome e accorpa la scuola più piccola. Verrebbe da chiedersi se in questo caso la struttura di Le Castella con le sue ataviche problematiche, come si evince facilmente dalla lettura dei giornali (scioperi per ritardata attivazione dei riscaldamenti, e conclamate difficoltà nei collegamenti) sia pronta ad accogliere una nuova presidenza, uffici e personale di segreteria?

Se tanto ci si batte sulla dispersione scolastica, perché fino ad ora le istituzioni non hanno fatto molto per migliorare l’edificio che ospita l’alberghiero e risolvere il problema dei trasporti che penalizza gli studenti non consentendogli di frequentare le lezioni previste dal monte ore annuale?

Il presidente Ferrari e il sindaco di Isola Capo Rizzuto Maria Grazia Vittimberga vedono la nascita di questo polo come la panacea di tutti i mali, sorvolando però sul fatto che questo stesso polo nasce già sottodimensionato perché in una città che supera i 18mila abitanti l’autonomia si deve raggiungere con un numero minimo di 900 studenti. Durante la conferenza d’Ambito la stessa Vittimberga ha chiesto l’impegno solenne di Ferrari nel lasciare le aule al proprio posto, quindi viene da chiedersi quale sarebbe la novità per Isola Capo Rizzuto? Nessuna. Perché ad Isola c’è l’Alberghiero e l’Alberghiero resta, i suoi studenti continueranno a fare i pendolari visto che la struttura è ubicata nel territorio di Le Castella, dato anche che al momento non è prevista la nascita di nuove istituzioni scolastiche.

Dispiace constatare che il presidente Ferrari che tanto si preoccupa dei territori abbia dimenticato che la Ragioneria, istituto che da generazioni sforna professionisti, è un presidio culturale in una delle zone più disagiate e ad alto tasso di criminalità della città di Crotone.

In assenza evidente di visione politica e pedagogica questa scelta, che contraddice se stessa nelle premesse tutelando autonomia scolastiche con numeri ben inferiori ai 900, il caso del Pitagora, crea di fatto un nuovo Polo dal futuro molto incerto.

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Author: Ntacalabria Redazione J