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Martedì 5 aprile 2016, nell’aula magna del liceo classico Pitagora di Crotone, si è tenuta una conferenza con il noto scrittore calabrese Carmine Abate, per la presentazione del suo ultimo romanzo, ” la felicità dell’attesa”.
Erano presenti in sala, il dirigente scolastico Nicola Armignacca, il presidente del Consiglio di Istituto dott. Vincenzo Poerio, il presidente del club velico di Crotone avv. Francesco Verri, il giornalista Francesco Vignis, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Crotone.
Per avere successo nel lavoro, in un’economia concorrenziale, non servono soltanto conoscenze tecniche, ma competenze legate alla sfera psicologica: motivazione, capacità di introspezione, empatia, autostima, capacità di lavorare in gruppo nel rispetto degli altri, capacità di trasmettere le proprie conoscenze: intelligenza emotiva. Qualità che si possono acquisire attraverso una formazione basata sulla lettura personale di molti libri. Quando si legge un libro, ha continuato il Dirigente Scolastico, si incontra l’autore nella “strada” che sta tracciando; ma contemporaneamente, si comincia a costruire quella propria, e si diventa così “architetti” di quella piazza, dove le idee si confrontano e si sviluppano.
“Oggi è una bella giornata, non è merito mio, e neanche di Abate. Il merito è vostro”. Esemplari le parole che l’avvocato Francesco Verri, presidente del Club Velico di Crotone, ha dedicato agli studenti crotonesi durante la conferenza. Il tanto atteso ospite dell’incontro, lo scrittore Carmine Abate, ha scherzato e interagito con i ragazzi, rispondendo a domande e quesiti legati al territorio. Abate è ben cosciente delle mille preoccupazioni che pervadono i ragazzi calabresi d’oggi, le mille domande apocalittiche a cui nessuno statista o antropologo sa rispondere. Lo scrittore risponde con sincerità, schiettezza, raccontando la propria esperienza e mettendo in evidenza un concetto fondamentale “Non accetto che si dica che si può essere capaci di odiare la propria Terra. La Terra, la mia Terra. Ci litigo spesso, ma ricordate che le cose con cui veniamo più a guerra, sono quelle che amiamo di più e, probabilmente, quelle di cui abbiamo più bisogno”. L’orafo Gerardo Sacco, sinceramente emozionato, ha svelato ai ragazzi per quanto tempo abbia sognato di salire la maestosa e affascinante scala del Liceo. Abate ha concluso con un augurio “Vado via da qui ringraziandovi, e augurandovi ciò che ho augurato ai miei figli, la possibilità di scegliere”.
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