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“L’informazione deve anzitutto corrispondere alla verità. Nessuno ha il diritto di propagare coscientemente informazioni errate o presentate sotto una luce che ne snatura la portata; e neppure ha il diritto di scegliere in maniera arbitraria le sue informazioni, diffondendo soltanto ciò che è utile alle sue opinioni e tacendo il resto: si pecca contro la verità sia con informazioni inesatte, sia con omissioni calcolate”.
Questo passo del discorso di Paolo VI ai giornalisti durante l’Udienza del 17 aprile 1964, spiega in modo mirabile l’inscindibilità tra “corretta informazione e verità”.
Così non è per gli avvenimenti siriani dove la verità è cancellata dalle menzogne e dalla disinformazione, strumenti della “cricca mondialista” e dei suoi interessi nella regione mediorientale.
Oggi in Siria si combatte una guerra che non cessa di proporre al mondo intero il suo orrore quotidiano, dove le notizie vengono stravolte, dove i buoni diventano cattivi, dove i carnefici vengono trasformati in vittime, dove i terroristi vengono definiti “ribelli moderati” e i difensori della Siria “criminali”.
Per avere un quadro più chiaro della situazione il 27 giugno 2015, presso la suggestiva Basilica di Santa Maria in Cosmedin, a Roma si è tenuto un Convegno organizzato dal “Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria”.
Una giornata di riflessione e di approfondimento sui tragici eventi siriani, con fatti e testimonianze dirette, cosa indispensabile per chi voglia capire quanto sta avvenendo, al di la della fitta nebbia di disinformazione che li avvolge. L’unica soluzione per la Siria è la pace, una pace “giusta” che possa preservare il popolo e la nazione siriana dalla distruzione totale, che sappia riconoscere aggressori ed aggrediti, che faccia cessare le complicità della Comunità Internazionale e il suo atteggiamento ambiguo per coprire i suoi interessi e raggiungere i suoi obbiettivi.
L’alternativa alla pace è la follia, il dilagare del terrore che, dopo aver travolto la Siria e l’Iraq, si rivolgerà – e già ha iniziato a farlo – contro l’occidente.
Durante la prima sessione del Convegno (10.45/13.00) è stato affrontato il tema : “Siria: Informazione in crisi”.
Moderato dal giornalista siriano Naman Tarcha, è intervenuto S.E. Mons. Mtanious Haddad, siriano, Procuratore del Patriarcato Greco MelKita Cattolico, che ha parlato del futuro dei cristiani in Medioriente facendo presente come su quella terra i cristiani non siano ospiti come si vuol far credere, ma già nel 7° secolo accolsero i musulmani, come non ci possa essere Medioriente senza cristiani, come la salvezza si possa raggiungere con il dialogo.
Successivamente lo studioso Bruno Ballardini, esperto dello Stato Islamico, autore del libro “Isis il marketing dell’apocalisse” ha fatto l’analisi della comunicazione dello stato Islamico spiegando come l’Occidente sia oggetto di un attacco informatico, una guerra asimmetrica fondata sulla disinformazione attraverso la quale una piccola minoranza manipola le notizie per creare panico con la complicità della stampa che pur di fare audience enfatizza le notizie tralasciando la verità.
Raimondo Schiavone, giornalista e Segretario Generale di “Assadakah” ha sottolineato come certo tipo di giornalismo possa essere identificato con termini quali: malafede, paura, omologazione; un giornalismo che non è onesto e non dice la verità non è giornalismo. Così come la disinformazione messa in atto sui fatti siriani ha il solo scopo di coprire gli affari dei Paesi ostili ad Assad che viene visto come il male ma non è così. Concludendo che se non ci fossero stati Papa Francesco e Internet la Siria sarebbe caduta e ricordando come in Siria l’unica ambasciata aperta sia la Nunziatura Apostolica.
La seconda sessione del Convegno (15.00/17.00) sul tema : “Siria: Patrimonio dell’umanità e centro del conflitto”, è stata moderata dal giornalista e Direttore di “Spondasud”, Alessandro Aramu.
E’ intervenuto Mostafa El Ayoubi, giornalista e Caporedattore della Rivista “Confronti” che ha fatto un excursus sulle cause che hanno portato al conflitto o all’aggressione alla Siria e come lo stesso sia stato progettato e organizzato anni prima soprattutto dagli Stati Uniti che avevano inserito la Siria nei Paesi che dovevano capitolare, sia per la sua posizione filo-iraniana e filo-russa, sia per gli interessi economici e geopolitici degli stessi Stati Uniti.
L’intervento e la testimonianza di fede del Padre Francescano siriano e Custodia di Terra Santa, Firas Lufti, hanno chiuso il Convegno al quale hanno dato adesione e partecipato rappresentanti di testate giornalistiche, di gruppi e di associazioni tra i quali :
Spondasud, Appunti, Cantiere Laboratorio, Ora Pro Siria, Piccolenote, Assadakah Sardegna, Cultura Cattolica, Mai più Cristianofobia, Vietato Parlare, Porta S.Anna, Sibia Liria.
Un messaggio di saluto di Nabil Antaki, dei Fratelli Maristi di Aleppo, è stato letto dal Presidente del Coordinamento, Fiorenza Migliari:
“Dire la verità non è sempre facile soprattutto quando si è di fronte ad un piano di disinformazione molto abile, soprattutto quando si deve lottare contro il politicamente corretto, soprattutto quando si deve prendere la difesa di tutto quello che il mondo condanna. A nome degli Aleppini, dei Siriani e soprattutto dei cristiani di Siria, vi ringrazio per aver osato dire la verità e cercare anche di salvare la Siria dalla distruzione e i Cristiani dalla scomparsa”.
Siamo noi che li ringraziamo, per la loro forza, il loro coraggio, la loro incrollabile fede perché nella sofferenza e nella persecuzione sanno insegnare al mondo il senso di una dignità che l’Occidente ha smarrito da tempo.
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