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«Per anni la Rai ha discriminato il Sud, da ora in avanti dovrà tener conto del Mezzogiorno e della questione meridionale».
È quanto afferma la deputata M5S Dalila Nesci, dopo l’approvazione del suo emendamento al contratto di servizio Rai, chiamato significativamente «quote Sud». L’emendamento prevede che il Sud sia considerato «al pari delle altre aree geografiche dell’Italia, specie per quanto concerne l’arte, la cultura, l’economia, l’informazione e l’attualità», considerando «le specificità, storiche e politiche che ne contraddistinguono le condizioni sociali».
«Il servizio pubblico – continua la parlamentare – da sempre è la principale agenzia nazionale di formazione. Perciò deve raccontare diversamente il Sud, restituendo spazi e dignità all’intero Mezzogiorno, culturalmente subordinato per via di rapporti di forza rinvenibili nella storia più recente».
Ecco perché, conclude Nesci, «l’emendamento ha un peso capitale sul ruolo propositivo e di informazione che la Rai può giocare nell’articolazione delle istanze del Mezzogiorno e nella promozione delle sue risorse. Questa è politica di profondità, guardare nel lungo periodo ed evitare, con misure strutturali e di sostegno degli investimenti produttivi, lo spopolamento e l’abbandono delle aree meridionali».
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