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Riceviamo e pubblichiamo:
Il nuovo portale “Amministrazione Trasparente” messo on line dalla Giunta Regionale, rappresenta sicuramente un notevole salto di qualità rispetto ad una informazione, verso il cittadino, puntuale e trasparente. Insieme a molte informazioni cui si può attingere l’attenzione – sottolinea Coldiretti Calabria – è caduta sul Conto Patrimoniale 2013 che comprende l’inventario dei beni patrimoniali e demaniali relativi all’anno. In particolare ci si è potuto rendere conto di un significativo patrimonio immobiliare che fa capo alla Regione Calabria (ma non solo) riguardante terreni, fabbricati e altre infrastrutture. Segmentando la lettura, l’interesse è stato attirato da un lungo elenco di terreni situati in molti comuni il cui valore per il 2013 ammonta a ben 59.816.371,63 €uro (per inciso il valore dei fabbricati è di 113.599.319,91 € e le infrastrutture acquedottistiche 391.252.372,90 €). Ci sono poi, esplicita il documento, terreni appartenenti ai Consorzi di Sviluppo Industriale e altri in corso d’inventariazione che hanno un valore di 245.648.616,10 €. Oltre che l’ovvia considerazione di sentirsi come cittadini calabresi possidenti e forse un poco meno poveri, davanti a una tale descrizione – propone Coldiretti – è necessario mettere a sistema questo patrimonio di terreni (ma non solo) per renderli produttivi, stimolare occupazione giovanile e chissà stimolare qualche piccola percentuale di PIL, oltre agli effetti sul piano ambientale e paesaggistico con ricadute positive sulla tenuta ambientale. La Coldiretti chiede, analogamente a quanto fatto dal Ministro Martina in attuazione della L. n. 27/2012, con il decreto “Terrevive” , di vendere o locare i terreni agricoli di proprietà della Regione, con prelazione ai giovani under 40. Sarebbe – sottolinea il Presidente Pietro Molinaro – un progetto di grande portata per incentivare il ricambio generazionale e l’imprenditorialità giovanile in campo agricolo. Questo potrà dare nuova vita al patrimonio di terre agricole rendendole produttive, anche perché troppo spesso frazionate, che contribuiranno al rilancio del settore. Dopo questa breve pausa ferragostana – chiede Molinaro – perché non partire proprio con i primi bandi?
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