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Le riforme, quelle vere e non di facciata, attraverso cui è possibile realmente invertire l’attuale trend passano dalle gambe e dalle idee delle persone.
Coinvolgerli, valorizzarli, dovrebbe essere la mission di uno Stato che vuole realmente riformare le sue fondamenta.
Ed invece la realtà è completamente opposta. Si predica bene ma si razzola male.
Il sindacato confederale non ci sta, non accetta un altro blocco dei contratti.
La manifestazione nazionale celebrata nei giorni scorsi in difesa dei servizi pubblici nella capitale, particolarmente partecipata, ha lanciato un messaggio chiaro.
I dipendenti pubblici sono un’importantissima risorsa che merita particolare attenzione e per questo vogliono essere protagonisti delle riforme; una consultazione on-line e due slide lanciate in pompa magna non possono fare una vera riforma.
A Roma, compatte e rumorose sono state le delegazioni della CISL reggina con oltre 300 lavoratori. La Cisl-Scuola col suo segretario, Arcangelo Carbone; la FNS-CISL con il segr. prov. Giuseppe Rodà ed il segr. regionale Filippo Vilasi, quindi la F.P.-Cisl con la sua segr. gen. Luciana Giordano. La confederazione è stata rappresentata dal segr. gen. Serrano’ e dal segr. org. Musolino.
I punti della protesta sono stati: lo sbocco della contratto fermo da sei anni, investire in una vera riorganizzazione dei servizi, degli enti e dei ministeri; costi e servizi standard, investire sulle competenze; valorizzare istruzione e formazione come leve per la crescita del paese.
La manifestazione nazionale a Piazza del popolo a Roma è il culmine di una lunga maratona di iniziative nelle piazze, nelle assemblee, raccolta firme, comunicati stampa per spiegare alla cittadinanza l’importanza del lavoro pubblico. E’ stata una grande iniziativa che continua con la mobilitazione finché non porteremo a casa il contratto e le vere riforme.
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