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Apprendiamo di una conferenza indetta dal sindacato di Base dei Lavoratori e tenuta dal suo rappresentante Aurelio Monte.
Desta rammarico prendere atto che il sindacato sia entrato in merito alla gestione amministrativa che compete esclusivamente al Consiglio d’Amministrazione, regolarmente eletto dall’Assemblea dei soci della stessa cooperativa Rinascita.
Una cooperativa non ha padroni fuori dai soci e solo ad essi ed agli organismi collegiali regolarmente eletti spetta la gestione della stessa. Per cui stigmatizziamo quanto riportato e restituiamo al mittente le illazioni gratuite espresse.
Entrando nel merito e per principi di trasparenza e verità le unità lavorative sono ampiamente rientranti rispetto alle commesse in essere ed al numero complessivo degli utenti, anche alla luce del contratto vigente con L’azienda Sanitaria Provinciale. Giusto per rispondere ad un’accusa mossa nell’ambito della conferenza stampa. Si ricorda inoltre che in merito alla manutenzione straordinaria ed ordinaria la cooperativa ha speso nell’anno 2014 ben 35.145 €. Esclusivamente per il benessere degli utenti ivi ricoverati.
Sulla perdita dei servizi e sulla presunta incapacità dell’attuale amministrazione a recuperare commesse si ricorda che la cooperativa Rinascita, a seguito di interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria il 6 aprile del 2013, ha perso un servizio di assistenza domiciliare che impiegava quattro persone dipendenti. Inoltre, qualche mese prima, nel novembre 2012, ha avuto termine l’appalto della casa di riposo Sorriso al Tramonto.
Diciamo per fortuna, visto le indecorose condizioni più volte da noi denunciate nelle quali versavano, per motivazioni legate esclusivamente alla fatiscenza della struttura, gli ospiti ricoverati. In quest’ultimo servizio venivano impiegati circa dieci unità lavorative dipendenti. Nessuna lavoratore a conseguenza di ciò è stato licenziato.
E’ forse questa la colpa dell’attuale consiglio d’amministrazione?
Dove si trovava il sindacato unitario di base ed il suo rappresentante quando si perdevano servizi uno dietro l’altro per le motivazioni su citate?
Da qui il ricorso agli ammortizzatori sociali nelle more di una ripartenza del mercato del lavoro sociale, mai avvenuta. In che termini quindi il sindacato di base è intervenuto nei confronti del comune di Melito piuttosto della Regione Calabria o dall’ASP o addirittura del Governo a causa di ciò?
In nessun modo, è la risposta, ed è sotto gli occhi di tutti, salvo poi strumentalmente provvedere a gratuiti attacchi verso chi cerca di esclusivamente di salvare posti di lavoro.
Inoltre se il sig. Monte, rappresentate di USB, avesse costruttivamente partecipato agli accordi sindacali piuttosto che esprimere giudizi sul consiglio d’amministrazione come fosse un socio della cooperativa ed abbandonare il tavolo, avrebbe preso atto dell’attivazione di meccanismi di compensazione sul recupero del credito dove i dipendenti risultano prioritari rispetto ai soci.
Ovviamente ciò conta poco rispetto alla necessità, per occulte ed spiegabili motivazioni, di gettare fango sull’attuale dirigenza della cooperativa.
Si rammenta inoltre che il sig. Monte è in possesso degli ultimi bilanci della cooperativa, peraltro presenti sul sito della stessa, dai quali si evince l’imponente opera di risanamento effettuata sul fronte debitorio verso terzi e l’assestamento verso principi di naturale sobrietà.
Si comunica altresì che il Consiglio della Cooperativa ha già dato mandato ai propri legali di valutare eventuali elementi di calunnia e provvedere di conseguenza.
Inoltre non lesinerà il ricorso all’autorità giudiziaria per tutelare la sicurezza degli amministratori verso i quali si sta attivando una riprovevole campagna di odio e maldicenza.
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Le motivazioni sono quelle di voler candidare la Figlia con i vecchi amministratori che gli garantiscono di continuare a non lavorare mai come fatto da una vita.
Cambia il vento tutti a lavorare.