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Nuove indagini sull’Aspromonte sugli insetti dell’entomofauna di importanza comunitaria stanno contribuendo ad arricchire le conoscenze faunistiche di questa importante area della penisola Italiana. Tali indagini, iniziate nella primavera del 2014 e tuttora in corso, hanno come obiettivo principale lo studio della distribuzione, dell’ecologia e della biologia delle specie inserite negli allegati II e IV della Direttiva Habitat (92/43/CEE) e della coleotterofauna saproxilica dei boschi vetusti e degli ambienti meglio conservati del massiccio dell’Aspromonte, anche al fine di caratterizzarne il significato biogeografico e di conservazione nell’ambito dei principali gruppi montuosi dell’Appennino meridionale e, più in generale, dell’intera penisola italiana.
Gli invertebrati saproxilici, e in particolare i coleotteri, sono infatti tra le componenti più importanti delle zoocenosi forestali, essendo dipendenti a differenti livelli dalla disponibilità di legno morto, alberi vetusti e funghi saprofiti durante almeno una fase del proprio ciclo vitale. Un gran numero di elementi specializzati sono caratteristici, se non esclusivi, di ambienti forestali maturi e ben conservati e sono, quindi, ottimi indicatori della qualità delle foreste. Tali organismi sono, inoltre, significativi anche sotto il profilo conservazionistico, poiché numerose specie sono tutelate dalla normativa nazionale e internazionale o sono inserite nelle Liste Rosse della International Union for Conservation of Nature (IUCN).
Le indagini sono state sinora svolte in alcuni settori montani di particolare valore naturalistico del massiccio, tra cui i boschi vetusti del comprensorio di Monte Montalto, Serro Sgarrone – Tre Limiti, Serro Juncari, Bosco Mancuso e Taglio di Pollia, quest’ultimo di particolare importanza poiché rappresenta un rarissimo esempio di foresta vetusta di Rovere meridionale.
Tra i numerosi dati raccolti, figurano ben quattro specie in Direttiva Habitat: i coleotteri Rosalia alpina, raro ed elegante longicorne caratteristico delle faggete, non più raccolto in Aspromonte da oltre un secolo, Osmoderma italicum, rarissimo endemita dell’Italia meridionale, Cerambyx cerdo, specie propria dei querceti termofili e xerofili, non ancora segnalata per il territorio del Parco, e il lepidottero Parnassius apollo, significativo papilionide. Da segnalare, inoltre, il ritrovamento, in varie stazioni anche di alta quota, di individui del ben noto Cervo volante minore, Lucanus tetraodon, semivicariante meridionale di Lucanus cervus, specie anch’essa elencata nell’Allegato II della Direttiva Habitat.
Merita, tuttavia, particolare attenzione la presenza, accertata dagli entomologi, di numerose altre specie di coleotteri saproxilici estremamente rare e localizzate, tra cui molti elementi caratteristici di foreste primarie o strutturalmente evolute, quali ad esempio gli endemiti appenninici Acanthocinus xanthoneurus (Cerambycidae), Carabus lefebvrei (Carabidae), Cucujus tulliae (Cucujidae), i rari coleotteri Clinidium canaliculatum (Rhysodidae), Ipidia binotata (Nitidulidae), Grynocharis oblonga (Trogossitidae), Eurythyrea austriaca (Buprestidae), Iphthiminus italicus (Tenebrionidae) e molti altri. Tra il materiale ancora in studio figura, infine, una presunta specie nuova per la scienza appartenente a un genere assai complesso di coleotteri Alleculidae che, se confermata, sarà a breve descritta formalmente. I dati ottenuti saranno oggetto di pubblicazioni scientifiche attualmente in preparazione, si è ritenuto opportuno rendere noti in questa sede alcuni dei reperti di maggior significato, manifestando la volontà di proseguire e approfondire le indagini sul territorio aspromontano, anche nell’ottica di un futuro programma di ricerche specialistiche a scala regionale. Questo settore appenninico, infatti, è di particolare importanza sotto il profilo biogeografico, ma le conoscenze faunistiche sono ancora notevolmente lacunose, specie in ambito entomologico.
Il gruppo di lavoro che sta portando avanti queste ricerche è coordinato da Carmelo Bonsignore del Laboratorio di Entomologia ed Ecologia Applicata (LEEA) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (Dipartimento PAU) unitamente agli entomologi Elvira Castiglione e Francesco Manti con la collaborazione dello specialista di entomofauna saproxilica Alessandro B. Biscaccianti di Roma. Il lavoro di ricerca è stato realizzato in sinergia con il Servizio Tecnico e per la biodiversità dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte nelle persone dei funzionari Antonino Siclari e Luca Pelle, con i quali si vuole avviare un programma di ricerche specialistiche sulla fauna entomologica del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Fondamentale per l’avvio, ed il prosieguo delle attività è stata la sensibilità al programma di ricerca manifestata dal Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino e dal Direttore Tommaso Tedesco, e soprattutto la preziosa collaborazione e il supporto logistico del Corpo Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Reggio Calabria, diretto dalla dott.ssa Marina Forgione che ha permesso la ricerca all’interno della Foresta Demaniale Alto Aspromonte.
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