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È proprio quello che ci vorrebbe: un referendum! Perché il Ministro dei Trasporti e delle Infratrutture Salvini dovrebbe capire quando il popolo che lo ha votato ha bisogno di essere consultato. Promuovere un referendum per capire come la pensano (soprattutto i calabresi) circa la costruzione del ponte sullo stretto e le altre impellenze sarebbe l’ideale.
Il ponte è un’opera da realizzare, certamente non da anteporre alle altre necessità strutturali. Prendiamo un esempio? Sta per avere inizio il III lotto di lavori della nuova 106, tra Sibari e Corigliano Rossano – e ne siamo felici – ma che fine ha fatto l’altro lotto dello stesso progetto? Ovvero la nuova 106 variante b, tratto Catanzaro/Reggio?
Ricordiamo che dei 425 km stabiliti per la realizzazione della nuova 106 sono stati ultimati appena 67. La variante b, se realizzata, non solo eviterebbe gli ingorghi che interessano i centri abitati del litorale che da Catanzaro si congiunge a Reggio, ma salverebbe molte vite visto l’alto numero di automobilisti che muoiono in questo tratto di strada a causa di incidenti stradali, tanto da essere stata nominata “La Statale della morte”. E non esagero quando dico che si tratta di un percorso antiquato che, salvo alcuni chilometri, attraversa i paesi lungo brandelli di strada e ponti così angusti da farci ripiombare in medioevo.
Una vergogna insomma, non degna di questo secolo, non meritata da questo popolo. Perciò mi sento in dovere di ricordare sia al Ministro Salvini sia al Presidente Occhiuto che prima del ponte sullo stretto ci sono altre impellenze a supporto di questo lembo territoriale e di questa comunità lasciata (fin troppo a lungo) abbandonata a se stessa.
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