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In quindici mesi, dal settembre 2013 a dicembre 2014, la Federazione Calabrese delle BCC ha portato a conclusione l’aggregazione di otto Banche di Credito Cooperativo, da cui sono nate quattro realtà più solide e significative. Tutte le fasi, talvolta non facili, delle operazioni di fusione si sono svolte sotto lo sguardo attento della Sede Regionale della Banca d’Italia, alla quale vanno i più sentiti ringraziamenti per il prezioso supporto fornito”.
Queste sono state le prime parole del presidente della Federazione, Nicola Paldino, nell’ormai consueto incontro consuntivo organizzato con i giornalisti calabresi.
“Questo risultato – ha proseguito Paldino – ci soddisfa pienamente, dimostrando il buon esito di quanto programmato all’inizio di questo nuovo ciclo. Si tratta, peraltro, di un dato che pone la Calabria tra le regioni più virtuose in Italia.
L’Organo di Vigilanza, che controlla i risultati e studia le prospettive del sistema bancario italiano, va ripetendo da alcuni anni che le dimensioni degli intermediari devono essere adeguate alle mutate condizioni dello scenario economico europeo. Per questo motivo – ha detto Paldino – pur vivendo uno dei periodi economicamente più difficili della storia della cooperazione di credito calabrese, abbiamo proseguito a programmare, lavorando per la realizzazione del piano strategico.
Nel concreto – ha concluso il presidente Paldino – dopo aver realizzato la fusione tra BCC Mediocrati e Banca dello Jonio, la Federazione ha lavorato anche nelle province di Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia; BCC del Crotonese e BCC di Scandale hanno dato vita a La BCC del Crotonese; BCC del Lametino e BCC della Sila Piccola hanno creato la BCC del Catanzarese; BCC di San Calogero e BCC di Maierato hanno dato vita alla BCC del Vibonese”.
“La raccolta complessiva, pari a € 1.780 milioni, è in lieve crescita rispetto al 2013 (€ 1.726 milioni) – ha spiegato il direttore generale della Federazione, Pasquale Giustiniani – mentre gli impieghi, che rappresentano il 66% della raccolta, confermano il dato dell’anno precedente (€ 1.150 milioni circa). I continui morsi della crisi non ci hanno distolto dal compito di sostenere il territorio – ha sottolineato Giustiniani – anche se siamo consapevoli che mantenere inalterato il livello degli impieghi significhi sobbarcarsi una fetta di rischi aggiuntivi. Sono in leggero aumento, perciò, i crediti deteriorati (passati dai 308 ai 311 milioni, pari al 27% degli impieghi); tra questi, le sofferenze (circa 197 milioni) rappresentano il 17% degli impieghi. Sul territorio, inoltre, si riversano anche i fondi utilizzati per beneficienza o sponsorizzazioni. Nel 2014, sotto queste due voci che spesso rispondono ad un’unica logica, sono stati distribuiti circa 700.000 euro.
Negli ultimi dodici mesi – ha concluso il direttore Giustiniani – aumenta leggermente il numero dei soci (da 18.758 a 18.860), mentre l’utile stimato passa da -2.450.000 euro (2013) a +11.880.000 (2014)”.
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