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Anche quest’anno l’Aspromonte si conferma straordinario “bottleneck” del Mediterraneo per la migrazione post-riproduttiva dei rapaci tra Italia e Africa, rientrando tra i cinque siti di maggiore importanza in Europa e nei 100 siti più importanti a livello mondiale.
Dal 2011 l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte effettua il monitoraggio della migrazione dei grandi rapaci e dal 2014 ha avviato, in collaborazione con altri parchi nazionali, l’azione di sistema: “Rete euromediterranea per il monitoraggio, la conservazione e la fruizione dell’avifauna migratoria e dei luoghi essenziali alla migrazione”.
La stagione di monitoraggio 2015 svoltasi fino al 9 ottobre scorso per un totale di 60 giornate di osservazione, coordinata dal responsabile servizio Biodiversità dell’Ente Parco Antonino Siclari e dal Coordinatore del progetto, Luca Pelle, ha confermato l’alta valenza delle caratteristiche orografiche, ambientali e meteorologiche della montagna aspromontana, capace di identificarsi quale meta di passaggio privilegiata per i migratori post-riproduzione. I conteggi relativi agli avvistamenti sono stati effettuati, in contemporanea, dalle tre stazioni di osservazione disposte sul versante tirrenico dell’Aspromonte: il dato finale è di complessivi 36.348 tra rapaci e cicogne osservati, di cui 7.063 dalla postazione più vicina alla costa, 23.429 dalla postazione centrale e 5.856 dalla postazione più in quota.
Ventuno (21) le specie osservate oltre a cicogna bianca e cicogna nera, tra le quali le più abbondanti come per le precedenti annate risultano essere il falco pecchiaiolo Pernis apivorus (22.048 ind.), il falco di palude Circus aeruginosus (5.146 ind.) e il nibbio bruno Milvus migrans (3.907 ind.). Interessante l’osservazione di un capovaccaio Neophron percnopterus adulto che ha intrapreso la traversata dello Stretto seguito, a breve distanza, dal giovane dell’anno. Numerose le specie di passeriformi migratori osservate con flussi anche di centinaia di individui.
In più occasioni e da più osservatori è stato segnalato il “picchio nero”, il “ciuffolotto” e “l’averla cenerina” specie rare ma il cui passaggio testimonia l’importanza dell’attività di monitoraggio svolta in Aspromonte in tema di tutela della biodiversità. Quest’anno, per la prima volta ed in forma unica, per rendere pubblica ed accessibile a tutti l’attività di monitoraggio, l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte ha aggiornato in tempo sul sito internet ufficiale, i dati quotidiani relativi agli avvistamenti dalle tre “stazioni” .
Foto di Angelo Scuderi
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