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Se un balletto può essere inteso come un involucro, il messaggio che esso esprime è il contenuto. “Shéhérazade e le mille e una notte”, su musiche di Nikolaij Rimsky-Korsakov, andato in scena ieri sera al parco Archeologico Scolacium di Roccelletta di Borgia nell’ambito di Armonied’ArteFestival, è stato tutto questo. L’ennesima conferma delle qualità che il festival, ideato e diretto da Chiara Giordano, propone in un cartellone contrassegnato da una sola parola: cultura.
La storia di Sherazade è di quelle millenarie e affidate alla memoria di generazioni e generazioni di ogni terra , ma quella messa in scena da Fredy Franzutti, coreografo reduce da importanti successi internazionali, con la sua compagnia Balletto del Sud, è risultata particolare ed interessante, seppure in un alveo del tutto caratteristico della tradizione ballettistica classica: questa versione di Franzutti, spettacolo rielaborato per Armonied’ArteFestival, ha voluto infatti proporre una relazione intima e forte tra danza e parola, gesto e narrazione verbale, alla ricerca di soluzioni espressive da esplorare e valutare.
Il corpo di ballo si è espresso ai massimi livelli, confermando la fama che gli viene riconosciuta; ma la regalità è stata tutta della Regina, nella storia e nella vita.
Carla Fracci, Signora della danza italiana e internazionale, ha regalato momenti di memorabile fascino, perché se la performance sotto il profilo virtuosistico non può naturalmente essere quella di un tempo, la sua classe innata, la saggezza espressiva e il carisma del suo gesto coreutico, è sempre lì, in modo chiaro ed evidente davanti agli occhi di tutti.
Ed è un fatto che Carla Fracci non solo non si sia risparmiata danzando per quasi tutto lo spettacolo, ma che lo abbia fatto visibilmente con l’impegno e la passione di sempre; e se la sua storia non si discute, la sua lezione di vita dovrebbe essere un esempio per tutti quei giovani che si avvicinano al mondo della danza. E’ bastato leggere la sua espressione soddisfatta al termine dello spettacolo tributata con una ovazione che non ha lasciato dubbi. Il pubblico accorso numeroso ha salutato in piedi con oltre dieci minuti di applausi la performance della Signora e dei suoi “figli”.
Già dall’inizio la sua figura esile ed elegante si è elevata su tutto, stagliandosi con determinazione sui giochi di colore che fascinosamente illuminavano la scena costituita dalla facciata della navata laterale della chiesa, e poterla ancora osservare in scena è un dono raro. Da segnalare anche le intense e tecnicamente ardite performance del danzatore cubano Carlos Alberto Montalvan Tovàr, che dopo esperienze internazionali torna al Balletto del Sud per il ruolo di Sinbad il marinaio, e la danzatrice spagnola Nuria Salado Fusté nel ruolo di Zobeide, Alessandro De Ceglia nel ruolo di Amir e Francesco Cafforio nel ruolo di Hassan. Sulle note di “Song of indian guest” divinamente interpretata
dall’ospite indiano, in una rarissima incisione del grande e noto tenore svedese Jussi Björling, la leggenda della danza ci ha regalato grazia e candore con un assolo importante ed emozionante.
Particolarissimo è stato anche l’innesto del testo “Xenia” da “Satura” di Eugenio Montale, amico della Fracci tanto da dedicarle una famosa poesia dal titolo “La danzatrice stanca”, ed inutile dire come “ Carla “ ieri sera abbia saputo restituire magia alle sue parole
I costumi di Chiara D’Agostino hanno supportato l’attore Andrea Sirianni, garbatissimo narratore, a traghettare il pubblico tra le pagine tradotte da Antoine Galland, in un dedalo di nomi e relazioni , dal sapore tutto esotico ma sempre accattivante. “Shéhérazade e le mille e una notte” è infatti la favola d’Oriente per eccellenza, un viaggio in un mondo arcano, lontano e proibito, fatto di sultani e schiave, bellezza e mistero, una riflessione quasi evocativa sulla storia dei paesi arabo-musulmani, sui fasti di Bagdad, sulla potenza della città di Palmira, la città della mitica regina Zenobia.
L’ultimo appuntamento con la sezione Progetti Speciali, giovedì 27 agosto, è un evento in collaborazione con il Ravenna Festival in occasione delle celebrazioni per i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, e sarà la volta di David Riondino in “Più dura che Petra”, letture dantesche e ardimenti musicali amorosi trecenteschi di uno dei più raffinati gruppi di musica medievale, La Reverdie Ensamble ; e per la prima volta lo spettacolo si svolgerà addirittura interamente all’interno della suggestiva chiesa normanna del Parco archeologico di Scolacium.
I biglietti dello spettacolo potranno essere acquistati online sul sito www.armoniedarte.com. Per maggiori informazioni sul resto del cartellone, sulle tariffe speciali, su tutti i servizi collaterali come navette e pacchetti particolari anche di soggiorno, potrà essere consultato il sito www.armoniedarte.com o la segreteria al numero 366.4362321.
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