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“In qualità di Fondatore e Presidente dell’Istituto Nazionale Azzurro, mi trovo profondamente contrariato e preoccupato per le narrazioni che circolano attorno al tema del suicidio assistito, in particolare per quanto riguarda individui afflitti da gravi sofferenze psichiche. La vita umana è un dono sacro, affidatoci da Dio, e ogni sua fase, compresa la sofferenza, ha un valore inestimabile che va protetto e rispettato.
La discussione intorno alla possibilità di accedere al suicidio assistito per motivi psichici, come riportato da alcuni utenti in un gruppo Facebook dedicato, solleva profonde questioni etiche e morali che non possono essere ignorate. La sofferenza psicologica è indubbiamente devastante e richiede un intervento compassionevole e professionale, ma la risposta non può e non deve essere la morte.
Da un punto di vista cattolico, la vita umana è sacra dal concepimento fino alla morte naturale. L’invito alla speranza, alla cura e all’amore verso il prossimo è centrale nel nostro credo. La chiesa insegna che ogni vita, anche quella segnata dalla sofferenza, dal dolore o dalla malattia, ha un suo scopo e dignità unici. È nostro dovere morale offrire sostegno, comprensione e cure a chi soffre, anziché considerare il suicidio assistito come una soluzione legittima.
Comprendiamo il tormento e la disperazione di chi vive nel buio della depressione o di altre malattie mentali, ma crediamo fermamente nella possibilità di recupero e nella speranza che può nascere anche nei momenti più bui. La risposta della società a questi drammi personali dovrebbe concentrarsi sull’ampliamento e il miglioramento dell’accesso alle cure psichiatriche e psicologiche, sul sostegno alle famiglie e sulla promozione di una cultura che non abbandona i suoi membri più vulnerabili al loro destino, ma che li accompagna con amore, comprensione e professionalità.
L’Istituto Nazionale Azzurro si impegna a promuovere queste visioni, lavorando per una società che vede nel valore sacro della vita un principio irrinunciabile. Ci opponiamo con forza all’idea che il suicidio assistito possa essere considerato una soluzione per chi soffre di disturbi psichici, e invitiamo tutti a riflettere sul significato profondo della vita, sul valore della sofferenza e sulla bellezza dell’esperienza umana in tutte le sue forme.
In conclusione, la proposta di estendere il suicidio assistito a casi di sofferenza psicologica non solo contraddice profondamente i principi etici e morali che guidano la nostra società, ma ignora anche la possibilità di guarigione e speranza che deve essere offerta a ogni individuo. È nostro dovere come comunità credente e come società civile lavorare insieme per trovare soluzioni che rispettino la dignità e il valore sacro di ogni vita umana.”
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