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Riceviamo e pubblichiamo:
Le ultime uscite dei contrari alla Centrale di Saline Joniche sono state la conferma della pochezza d’idee e argomentazioni , oltre che di persone, che questi vorrebbero rappresentare.
Al Convegno di Bologna, una sola persona dei no coke locali si è recata per unirsi a quelle (poche) del luogo, in totale non hanno raggiunto neppure venti soggetti.
Per non parlare della “conferenza “, almeno così era stata titolata, che qualche giorno fa il Sen. Scilipoti ha tenuto dinanzi ai cancelli dell’ex Liquichimica: oltre allo stesso Scilipoti, erano presenti esattamente 5 persone che in modo alquanto folkloristico cercavano di rappresentare il loro dissenso, oltre invece a un nutrito gruppo di favorevoli al Progetto.
Questi sono i numeri che gli avversi alla Centrale producono, a dimostrazione della totale pochezza che nella realtà essi rappresentano.
Solo attraverso i comunicati e i volantini , pieni di numeri e argomenti che non hanno poi nessun riscontro con la realtà, non riescono più a trovare i “cucchi” che si fanno incantare da parole senza alcun senso, promesse da marinaio, con proposte di progetti alternativi (inesistenti) che sono un vero e proprio campionario d’illusioni.
La realtà invece ci responsabilizza oggi a far sì che al più presto siano completati gli iter autorizzativi per poter finalmente vedere la luce in fondo al tunnel.
Quel tunnel in cui le popolazioni di Saline Joniche e dintorni hanno imboccato da quarant’anni, senza mai che nessuno abbia proposto o realizzato qualcosa per poter davvero dare un futuro nuovo e vivibile alla nostra gente.
Adesso noi nel Progetto della SEI finalmente intravediamo questa possibilità di rinascita, che attraverso un serio e concreto investimento industriale, dichiarato pienamente compatibile sotto il piano della sicurezza della salute e dell’ambiente, porterà quel tanto agognato sviluppo che da noi è sempre mancato, portando con sé posti di lavoro e occupazione, con un indotto diretto e indiretto, che certamente coinvolgerà anche tutte le attività già presenti , permettendo a tutto il tessuto socio-economico dei paesi di Saline, Melito, Motta, Pellaro, Roghudi e altri, di poter pensare a una ripresa e rifioritura delle proprie attività, con conseguente beneficio delle tante famiglie, che da anni devono sottoporsi quotidianamente a fare i salti mortali per sopravvivere in maniera dignitosa.
Guardiamo con fiducia allora al Progetto della Centrale della speranza, affinché non rimanga tale, per la stoltezza di pochi, ma che divenga realtà, per il bene di tutti.
Domenico Foti
Comitato “ Vederechiaro” Saline Joniche
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Lei, tale Domenico Foti, pensi al bene della sua famiglia e si guardi la sua di stoltezza, che è evidente anche nel modo in cui scrive e si esprime. Lotti pure per la sua Centrale ma rispetti chi non la vuole. Capito, sciocco?
Per quanto riguarda il Giornale che l’ha ospitata, sarà meglio che controlli i testi che gli arrivano in Redazione, perché io non intendo farmi chiamare stolto da un ignorante che non conosce nemmeno la lingua italiana.