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Giovedì, la direzione generale dell’ASP ha disposto definitivamente la chiusura dell’ O.B.I. (Osservazione Breve Intensiva) pediatrico di Melito P.S., ultimo baluardo di sanità pubblica nell’Area Grecanica rimasto in piedi.
La soluzione offerta come alternativa dai Dirigenti regionali non è altro che un ambulatorio di pediatria che opera solamente per sei ore giornaliere – diurne.
Tale soluzione è palesemente insufficiente a garantire un servizio di assistenza adeguato ad un paese civile ed evoluto ma soprattutto non tiene conto per nulla delle statistiche, delle quali la direzione generale ha certamente contezza, che indicano come periodi temporali di maggiore fruizione: dal venerdì al lunedì e gli orari notturni; neanche a dirlo gli stessi orari in cui i pediatri di base non lavorano. Già nel mese di maggio, attraverso una nota stampa a sostegno dell’ospedale, evidenziai che l’autorevole voce della FIMP regionale (Pediatri di base) poneva il serio problema dell’assistenza pediatrica nei prefestivi, festivi e in tutte quelle ore della giornata e della notte in cui i propri ambulatori sono chiusi.
Nonostante innumerevoli siano state sino a questo momento le iniziative promosse dai sindaci del territorio, dalla chiesa, dai comitati civici, dalle associazioni dell’area grecanica: manifestazioni pubbliche, consigli comunali aperti, cortei, comunicati stampa a sostegno del nosocomio melitese, i risultati ottenuti risultano evidentemente insufficienti e niente e nessuno è riuscito a convincere la direzione generale dell’ASP e la maggioranza in consiglio regionale che i conti pubblici è giusto farli quadrare ma non sulla “pelle” della gente.
È di tutta evidenza infatti che la dirigenza ASP continua a procedere con arroganza senza tener conto delle esigenze del territorio. Nonostante gli impegni assunti dallo stesso Governatore, nel mese di febbraio, la dirigenza ha continuato a procedere ai limiti della legge, atteso che l’atto aziendale non è stato mai approvato e che pertanto non sono stati definiti i servizi che devono assicurare i livelli minimi di assistenza, in primis quelli pediatrici, così come previsto dal decreto “Balduzzi”.
In quest’occasione non mi dilungherò ad approfondire le conseguenze derivanti dal depauperamento del “Tiberio Evoli”, a più riprese trattate e pubblicamente manifestate (difficoltà logistiche per l’utenza derivanti da particolare assetto geo-morfologico, allocazione ibrida dei pediatri consultoriali e ospedalieri, sovraffollamento di molti reparti della struttura “Ospedali Riuniti”, etc.), mi limiterò ad osservare come la classe politica regionale e nazionale se ne sia infischiata dell’ospedale di Melito P.S.. Basti pensare che nel corso dell’ultimo anno si è registrata solamente qualche sporadica presa di posizione proveniente dai banchi dell’opposizione consiliare: On.li Tripodi-Giordano-DeGaetano, apprezzabili nei contenuti ma probabilmente giunti fuori tempo massimo per essere considerate all’interno dell’organizzazione ospedaliera.
Tutto ciò non fa altro che evidenziare ancora una volta la debolezza di rappresentanza politica dell’area grecanica e della fascia ionica in senso lato, a tal uopo mi piacerebbe avere la capacità di orientare un po’ di “vento” di anti-politica (sin qui magistralmente incanalato all’indirizzo delle province dagli alti ranghi governativi) anche verso regione e parlamento al fine di spronarli a lavorare meglio e di più e dare così una giustificazione morale ai soldi che come contribuenti versiamo per garantire le laute indennità.
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