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Di seguito la nota di Aurelia F. Sansotta, Presidente dell’Associazione Ambientalista e Culturale MondoVerde Club:
“I cipressi che a Bolgheri, alti e schietti, van da San Guido in duplice filar” … credo che, ognuno di noi, nel corso degli studi scolastici abbia dovuto fare i conti con questa splendida poesia di Giosuè Carducci, imprimendo nella mente (insieme ai versi da riportare a memoria), l’eleganza della descrizione degli “alti e schietti” alberi e l’abbia rammentata, le rare volte che “dalle nostre parti” hai la fortuna d’impegnare gli occhi in tale splendida visione.
Questo era, ciò, che credo “accadeva”, a molti di noi, fino a l’altro ieri, recandosi presso la villa comunale di Melito o solo percorrendone le strade limitrofe; “accadeva” e non accadrà più, perché l’Amministrazione Comunale di Melito ha dato disposizioni di far capitozzare i cipressi che con la loro innata eleganza adornavano la bella villa comunale della nostra cittadina. Pur disconoscendo i motivi di questo gesto estremo, da Associazione che si batte sul territorio in difesa dell’ambiente non possiamo tacere in merito a questa vicenda (mea culpa per aver taciuto in occasioni analoghe!).
Dall’insediamento di quest’Amministrazione per quanto riguarda “la tutela” del verde pubblico, ahimè, non abbiamo fatto altro che notare il porre in essere atteggiamenti che vanno in tutt’altra direzione. Con amarezza, abbiamo constatato che, sebbene ci sia una delega all’ambiente, il delegato è praticamente “non raggiungibile” e, se raggiunto, è praticamente ignaro delle decisioni di cui si dovrebbe occupare.
Con altrettanta amarezza, abbiamo preso atto che, quest’Amministrazione, pur essendogli stato consegnato, nel 2015 un premio istituzionale presso l’Expo di Milano grazie all’operato di quest’Associazione che mi onoro di rappresentare, non prende neanche minimamente in considerazione l’importanza di godere e di poter disporre di una siffatta presenza, nonché “risorsa” nell’alveo della propria cittadina.
Ci illudevamo che un’Amministrazione che ha goduto del privilegio di rapportarsi con l’apertura mentale che vige nei Comuni della Regione più avanti d’Italia, nei mesi a venire avrebbe mantenuto nei confronti di quest’Associazione l’umiltà di rapportarsi con essa prima di prendere decisioni in merito all’aspetto paesaggistico della nostra cittadina; non tanto per i meriti, ma perché, da Associazione “presente” sul territorio, avremmo certamente aperto un dialogo con i cittadini melitesi invitandoli ad esprimersi in merito all’intenzione di tagliare barbaramente ed anche fuori periodo gli unici pochi nobili cipressi che, da soli, ci rammentavano la diversità tra la nostra Regione e la nobile Toscana, dov’essi, con la loro splendida forma a candela, ergendosi verso il cielo, quale pianta autoctona, regnano sovrani contribuendo a costituire, di quella terra un “unicum”.
Questo barbaro atteggiamento nei confronti di un filare di cipressi che abbellivano ed addolcivano lo sguardo dei passanti e di chi sostava nella Villa Comunale di Melito, è, e rimane un fatto grave, poiché non fa che aggiungere degrado al degrado, aumentando l’impossibilità di gestire quel poco di verde pubblico di cui Melito gode.
Detto atteggiamento costituisce un danno grave e irreparabile sia dal punto di vista paesaggistico, che per la cassa comunale perché, capitozzati una volta, se sopravviveranno alla drastica potatura, fuori tempo, per evitarne la bruttura che ne conseguirà, dovranno essere sempre potati in modo da mantenere quella forma che certamente non è loro congeniale, con grave dispendio di energie e di risorse economiche. L’intento dei paesaggisti che “illo tempore” hanno pensato di collocare nella villa comunale di Melito dei cipressi non era certo quello di trasformare i cipressi in una siepe; diversamente avrebbero pensato ad una differente tipologia di pianta.
Poiché il danno provocato al paesaggio è irreparabile, ci auguriamo che la motivazione da cui esso è scaturito sia seria quanto il gesto che ne è derivato. Dunque che l’Amministrazione dia valide giustificazioni all’intera cittadina.
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