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Nonostante gli sforzi profusi, le manifestazioni e le iniziative messe in atto, nonostante le promesse come fumo negli occhi, con rammarico e delusione tocca prendere atto, da un lato, dell’insensibilità dell’oligarchia politico-amministrativa che detiene il potere decisionale sulla sorte di decine di migliaia di cittadini inermi e dall’altro del disinteresse o dell’incapacità di quella fantomatica politica che dovrebbe, o meglio che farnetica asserzioni circa il contrasto all’arroganza di quel gruppetto di spregiudicati “tagliagole” che a proprio piacimento decidono i destini di una collettività infrangendo impunemente anche la legge fondamentale dello Stato.
Così lo sfogo degli esponenti dei Comitati “Mamme per un futuro” e “Pro Condofuri” all’indomani della diffusione della notizia secondo la quale con una propria circolare, l’Asp di Reggio Calabria, dispone la definitiva soppressione del servizio di OBI Pediatrico invitando il personale medico finora ivi impiegato, a scegliere una sede di servizio alternativa presso strutture ospedaliere tra Reggio Calabria, Locri e Polistena; questa purtroppo è l’ennesima conferma – esordisce Paola Spinella del Comitato “Mamme per un Futuro” – della vacuità della politica e di coloro che la impersonano, i cui interessi tutti possono essere tranne che quelli di rappresentare le esigenze ed accogliere le istanze della collettività da essi rappresentata e laddove ciò accade è solo il frutto di una congiuntura in cui le necessità della gente comune coincidono con la possibilità di fare i propri interessi.
E purtroppo anche da questo punto di vista – prosegue Spinella – l’Area grecanica risulta maggiormente penalizzata dall’assenza di esponenti di spessore, in grado di affermarsi in seno alle sedi istituzionali competenti: abbiamo assistito, nel corso delle manifestazioni poste in essere, alla partecipazione non proprio occasionale di esponenti politici regionali, provinciali e locali, più o meno titolati e competenti in merito alla vicenda riguardante il progressivo depotenziamento del “Tiberio Evoli”, ma mai, salvo qualche rara eccezione di scarso valore, abbiamo avuto il piacere di accogliere iniziative lanciate proprio da quei soggetti che invece si sarebbero dovuti spendere senza parsimonia a difesa del nosocomio melitese, con la sensazione lecita che la presenza di questo o quel politico era solo mirata a cavalcare l’onda sollevata dai comitati in vista di prossime tornate elettorali piuttosto che al sostegno delle iniziative attuate al fine di scongiurare la chiusura dell’Ospedale melitese.
Proprio per questo motivo abbiamo sempre sottolineato prendendo le dovute distanze, e ribadiamo per l’ennesima volta – afferma Carmelo Marino del Comitato Civico “Pro Condofuri”- la nostra assoluta estraneità a correnti politiche di alcun genere poiché proprio la politica che avrebbe dovuto difendere i diritti dell’Area ha preferito invece mantenersi in disparte assistendo inattivamente al depauperamento del “Tiberio Evoli” e con questo intendo lanciare un chiaro messaggio a coloro che sin dall’avvio delle iniziative di protesta, hanno sostenuto la tesi della strumentalizzazione degli stessi comitati promotori da parte di presunti personaggi legati al mondo della politica.
Parole dure partorite dalla rabbia di gente comune che raccoglie risultati deludenti all’indomani di mesi di impegnativa attività per la quale molti hanno posto in secondo piano doveri familiari e impegni professionali; rabbia amplificata dalle false promesse che ognuno dei cittadini dell’Area Grecanica ha dovuto subire allorquando il governatore della Calabria nonché commissario ad acta per la Sanità, Giuseppe Scopelliti, proprio in vista delle elezioni dello scorso febbraio, in una conferenza stampa tenuta proprio all’interno dell’Ospedale di Melito, insieme agli oligarchi della sanità provinciale, Rosanna Squillacioti e Francesco Sarica in testa, tanto si spese per sbandierare un presunto accorpamento del “Tiberio Evoli” con l’Azienda Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria che avrebbe consentito il rilancio dell’Ospedale di Melito Porto Salvo, smentendo quasi con presunzione le affermazioni dei rappresentanti delle associazioni impegnate a difesa della struttura sanitaria melitese. Ma dopo l’entusiasmo iniziale, gli applausi e i sospiri di sollievo per la soluzione di una vicenda che aveva fatto stare con il fiato sospeso un’intera comunità, già dopo qualche mese, con la mancata ratifica, mediante gli opportuni atti, del tanto declamato accorpamento, qualche dubbio cominciava a riemergere fino a concretizzarsi oggi nella certezza che nonostante le belle parole, spese evidentemente per accaparrarsi una manciata di voti o per salvaguardare l’ordine pubblico, il “Tiberio Evoli” sta inesorabilmente andando incontro al suo triste destino che lo vedrà scomparire poco a poco sino a diventare, nella migliore delle ipotesi, in una casa di riposo per anziani soli.
Non si può ignorare poi il fatto che mentre da un lato il governatore continui a sostenere la necessità di rispettare i parametri imposti dal c.d. “Tavolo Massicci” dall’altro, lo stesso Scopelliti, in qualità di presidente della Giunta Regionale, con una delibera emanata il 17 aprile 2013 decreta l’accreditamento triennale della casa di cura “Villa Aurora srl”, una struttura quasi contigua a due ospedali di rilievo, i Riuniti ed il Policlinico, che viene accreditata facendo uso di soldi pubblici a causa della cui mancanza l’Ospedale di Melito Porto Salvo sta andando verso la definitiva soppressione.
Tutto ciò – continua Carmelo Marino – conferma la rapacità e la spregiudicatezza dei nostri politici, bravi a vendere fumo ed a speculare su esigenze fondamentali, quali possono essere quelle legate all’assistenza sanitaria garantita peraltro anche dalla Costituzione, di migliaia di cittadini; a proprio piacimento, i signori detentori del potere, hanno deciso, mascherandosi dietro esigenze di bilancio, chi potrà beneficiare di assistenza sanitaria, e quindi vivere e chi questo diritto non lo merita, rischiando quindi, nei casi che inevitabilmente nel tempo si presenteranno, la vita su una strada sgangherata e dissestata nella folle corsa verso i “vicini” ospedali di Locri o Reggio Calabria.
Nel contempo però – fa eco Paola Spinella – mentre l’OBI Pediatrico di Melito viene definitivamente abbattuto, Scopelliti e compagni campeggiano e festeggiano l’inaugurazione di nuovi reparti di Ostetricia e ginecologia e Pediatria presso l’Ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena che vale la pena ricordare, si trova a forse neanche venti chilometri dall’Ospedale spoke di Gioia Tauro: sarà che forse la piana taurense può vantare la presenza di una decina di consiglieri regionali pronti a battere i pugni sul tavolo delle Regione che, dato lo spessore numerico, non può permettersi il lusso di fare orecchie da mercante come invece accade con coloro, pochi per la verità, che dovrebbero rappresentare l’Area Grecanica.
A questo punto – concludono i due presidenti – a noi non rimane che prendere atto di quanto deciso dall’Asp e dalla politica regionale, soggetti nei confronti dei quali, la nostra stima è prossima allo zero, così come è flebile quella nei confronti del personale dipendente dell’Ospedale “Tiberio Evoli” e degli abitanti dei comuni ricadenti all’interno dell’Area greanica: i primi perché hanno assistito passivamente alla costruzione dei propri destini professionali da parte di soggetti terzi, senza avere il coraggio di scendere in piazza a difesa della propria dignità personale e professionale, i secondi perché non hanno saputo sostenere adeguatamente, con perseveranza e partecipazione, i comitati promotori anteponendo la necessità di svolgere le faccende domestiche alla lotta per la salvaguardia di un servizio di primaria importanza. Sentiamo il dovere di ringraziare tutti coloro che in qualche modo hanno sostenuto le iniziative che con non pochi sacrifici abbiamo attuato – i tremila abitanti dell’Area grecanica che hanno partecipato al corteo di protesta dell’8 febbraio, gli ottomila firmatari della petizione contro la chiusura dell’ospedale, i quasi cinquecento elettori che hanno consegnato la propria tessera elettorale in segno di sfiducia nella politica e nelle istituzioni, il Prefetto i Reggio Calabria ed il Vescovo dell’arcidiocesi che concedendoci udienza ci hanno permesso di rappresentare le nostre esigenze impegnandosi a fare ciascuno la propria parte a sostegno delle nostre iniziative, ma soprattutto – chiudono Marino e Spinella – vogliamo ringraziare tutti i membri dei comitati che ci onoriamo di rappresentare, per lo spirito di abnegazione e per tutti gli sforzi che ognuno di essi ha sostenuto trascurando a volte gli affetti e le attività professionali.
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