Successo per Domenico Salvatore nel borgo di Fossato Jonico

Domenico Salvatore

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Metti un sabato sera di fine agosto con il mitico Domenico Salvatore in piazza Leone Sgrò a Fossato Jonico (RC). Un  indimenticabile doppio appuntamento all’insegna di cultura, storia, tradizioni, calcio. Protagonisti “I Sonetti di Fossato” e “Melito nel Pallone” di DoSa, a cura dell’associazione de “I Fossatesi nel Mondo”.

Domenico Salvatore: I Sonetti di Fossato

E’ una bella serata estiva nel piccolo e suggestivo Borgo di Fossato. D’improvviso nella splendida cornice della Chiesa del Buon Consiglio, si accendono i riflettori su un gran pezzo da novanta di storia fossatese e dell’Area Grecanica. Il maestro, giornalista, scrittore, web editor Domenico Salvatore.

In apertura all’evento è proprio il segretario dell’associazione “I Fossatesi del Mondo” il dottore Domenico Principato, che definisce DoSa:  “Una delle menti e memorie storiche più importanti del paese”. Dello stesso sentimento anche il vicepresidente dell’ass. culturale dei fossatesi, l’ingegnere Fabio Macheda. Nel corso della serata lo ringrazierà per l’attaccamento al paese e la sua puntuale attività giornalistica sempre sul pezzo anche alla soglia dei settant’anni. Dona il suo primo imprinting alla serata l’ineguagliabile professore Elio Cotronei, editore de “ I Sonetti di Fossato” edizioni UTE-TEL-B e amico trentennale dell’autore, tanto da fondare insieme il giornale “Deliapolis”, ed in seguito “Deliapress”. Il prof. Cotronei già dalle prime battute tratteggia le specificità non comuni, che accompagneranno tutta la vita dell’autore. Ovvero il saper osservare, ascoltare, fotografare, descrivere e scrivere. Cotronei sottolinea come Domenico Salvatore nei “I Sonetti” usi sapientemente le parole per dipingere persone, luoghi, miti. Lo fa fornendo uno scenario antropologico, un quadro d’insieme, un caleidoscopio che da contezza di una realtà, umanità, in questo caso fossatese Solo un osservatore acuto e dall’animo sensibile come Domenico è in grado di concepire.

216 sonetti

Frequentemente nei suoi 216 sonetti indulge nel mito greco che da contezza della sua formazione e cultura di ampio respiro. E al contempo lo immortala per sempre nell’Universo di omerica memoria, della Calabria greca. Come giornalista gli viene imputato un particolare merito e sia dal professore Cotronei come anche in altro loco dal Luogotente Cosimo Sframeli, anch’esso caro amico. Ovvero laddove molti colleghi giornalisti nel tempo temevano di parlare in termini espliciti del fenomeno mafioso, con coraggio, professionalità e libertà intellettuale, lui scrivesse  in tempi non sospetti di mafia e ‘ndrangheta. Chiamando le cose con loro nome, raccontando i fatti a 360° gradi senza se e senza ma.

La professoressa Rosa Marrapodi, due volte Sindaco di Bruzzano, antropologa, critico letterario durante le varie serate spende parole davvero toccanti per lui. Del poeta e amico Domenico Salvatore e sui “Sonetti” dice: “versi in piena assoluta libertà, pensieri senz’argine in perfetta sintonia con la sua natura libera, molteplicità di temi ruotanti tutti attorno a Fossato il Paese dell’anima, il suo antico Borgo natìo. E’ stato attento e incantato osservatore, di cui ha saputo fotografare l’anima: sapori odori e tradizioni, la natura. Il tutto mirabilmente narrato nel rispetto di tutti, ricchi e poveri, ignoranti e intellettuali, nobili e popolani, generali e barbieri…  nel suo poetare conduce la sua battaglia di civiltà contro l’isolamento e le ristrettezze… a tutela della memoria e salvaguardia delle proprie radici. E sempre ispirato dal poeta vate del neoclassicismo italiano Ugo Foscolo”.

Il giornalista Pino Toscano nella prefazione della raccolta di poesie lo definisce geloso custode di valori semplici, e definisce “I Sonetti di Fossato” un affresco di vita comunitaria di una “calabritudine” genuina passata e presente.

La figura di DoSa

La grande valenza morale, sociale, storica delle sue opere narrata da eccellenti relatori, affascina il pubblico e lo trascina nel caleidoscopio dei sentimenti.  E si da il via ad una serata ricca di emozioni e ricordi legati al paese che ha dato i natali a Domenico Salvatore, conosciuto anche come “La Stampa”. Tante testimonianze nel corso della serata. A sorpresa dell’amico il dottor Santo Aquilino accompagnato dalla dottoressa Domenica Tripodi. Lui ha commosso i presenti compreso l’autore, ricordando i tempi in cui risaltava il ragazzo di vita Domenico.

E a margine dell’evento l’intervento della figlia maggiore su DoSa giornalista, padre, maestro sia di scuola che di vita. Il tutto sotto lo scrosciare continuo di applausi del pubblico scelto di Fossato. Tra parenti, amici, avventori, turisti, Melito TV-RadioStudio95 e il grande Bruno Taverna. E persino ex allievi di scuola. DoSa è conosciuto e amato da tutti e per il suo buon carattere e per il suo ruolo sociale prima come maestro e poi come giornalista. Ora anche apprezzato come scrittore e poeta per le sue ultime fatiche letterarie. Sono capaci di soddisfare e incontrare gusti e sensibilità diverse.

Domenico Salvatore: Melito nel Pallone”

Nella seconda parte della serata si è tenuta la presentazione di “Melito nel Pallone”. L’opera è stata presentata di recente a Melito dal giornalista Giuseppe Toscano, altro caro fraterno amico di Dosa. Ancora una volta tira le fila come Deus Ex Machina la professoressa Rosa Marrapodi: “ – In Melito nel Pallone – appare  ancor di più l’attaccamento e l’omaggio alle sue radici calabresi. In questopera magna, gran risalto è dato alla nota città di Melito Porto Salvo tra storia, sport e società civile, dalle origini sino ai giorni nostri. La terra che lo ha accolto per gran parte del suo vissuto insieme alla famiglia. Dove per quasi 30 anni della sua vita si è speso nell’insegnamento e nella sua frenetica attività giornalistica. E in cui nel tempo ha stretto più o meno grandi e importanti legami.

In quest’altro capolavoro – dice La Marrapodi – , si evince la passione di Domenico Salvatore per il giornalismo, un osservatore che trae dai suoi viaggi e spostamenti insegnamenti e prende appunti per le sue ricerche, un personaggio con uno stile tutto suo. 

“Le cose scritte da Domenico hanno un senso dal punto di vista storico, culturale, delle tradizioni. Nelle sue opere la vera protagonista è l’umanità anche in “Melito nel Pallone”, come scrive in prefazione al libro il famoso Tonino Raffa, inviato del Giornale Radio Rai e voce storica di “ Tutto il calcio minuto per minuto”. “Ci sono storie che appartengono a tutti, ma possono essere scritte da una persona sola… le vicende storiche e sportive del comprensorio melitese appartengono alla sua numerosa popolazione, ma avrebbe potuto metterle insieme solo un tenace ricercatore come Mimmo Salvatore. Del quale ho sempre apprezzato, da quasi cinquant’anni, il suo amore per questo lembo di terra. Ed anche il rispetto per quei valori umani che rappresenta il collante tra sport e società civile.

Ai posteri l’ardua sentenza

Mimmo Salvatore ha messo insieme tutto questo, con la perizia di un incallito cronista di provincia (la cui nobile figura troviamo ormai solo nei vecchi film in bianco e nero), con la sua matita, il suo taccuino, i ritagli ingialliti del suo archivio, la sua macchina fotografica e sua mini telecamera. Lo ha fatto cogliendo non solo i dati statistici. Ma anche gli umori le passioni che albergano all’ombra dei campanili. Dove l’orgoglio per i risultati sportivi si mescola con la grandezza dei fasti di un passato pieno di testimonianze ed è spesso sinonimo di riscatto sociale. Anche le Schede dedicate a calciatori per i quali non ci sarà mai spazio nei grandi almanacchi”. In sintesi tutte buone ragioni per cui l’autore calabrese, editore, direttore, maestro, giornalista, persona Domenico Salvatore meriterebbe un elogio solenne.

E’ la testimonianza di tutti coloro che intervengono di volta in volta alla presentazione delle ultime fatiche letterarie dell’autore Domenico Salvatore. Pagina dopo Pagina si disvela anche un altro messaggio veicolato da color che mantengono viva la memoria storica del mondo. Ogni segno risuta essere un tassello fondamentale della storia, che è maestra di vita. E l’uomo di certo non avrà perso tempo o la partita più importante. Se saprà lasciare una traccia di se, che possa magari essere d’arricchimento e d’ispirazione ai posteri.

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Author: Rosalia

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