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La nascita di un comitato civico per Bova Marina, una realtà partecipata e condivisa capace di interfacciarsi con le Istituzioni proponendosi come interlocutore e portavoce rispetto alle istanze di una cittadinanza ancora una volta ferita nel profondo.
E’ stato questo uno dei temi principali al centro del dibattito tenutosi ieri sera presso i locali dell’IRSSEC di Bova Marina, dove all’indomani dello scioglimento del consiglio comunale del centro ionico per infiltrazioni mafiose, cittadini, istituzioni, e rappresentanti delle associazioni si sono ritrovati per discutere sul presente e sul futuro della cittadina ionica.
“Il costituendo comitato civico – spiega il consigliere Metropolitano Pierpaolo Zavettieri, tra i promotori dell’iniziativa – nasce dall’esigenza forte di riaffermare una partecipazione civica ed un concetto di democrazia molto spesso messi in discussione da provvedimenti ormai purtroppo all’ordine del giorno. L’idea è quella di un comitato che miri a sostenere e sensibilizzare la popolazione, ponendosi il problema di dare una rappresentanza ai cittadini di Bova Marina, garantendo in questa fase di transizione un’interlocuzione costante con la triade commissariale chiamata a guidare il paese per il prossimo biennio, esprimendosi nel contempo su un’attività di gestione amministrativa che auspichiamo non si limiti all’ordinario come in passato.
Il comitato – prosegue Zavettieri – si muoverà nel rispetto delle leggi e della costituzione e non volendo ignorare il decreto di scioglimento che ha portato al commissariamento del Comune di Bova Marina, a tal fine, una volte che saranno rese note le motivazioni del provvedimento valuterà se proporre o supportare un ricorso avverso lo “scioglimento.
I dati relativi alle realtà oggetto di scioglimento, e non parliamo solo del caso Bova Marina, sono sotto gli occhi di tutti e ci suggeriscono un’evidente inefficacia dello strumento normativo legato allo scioglimento dei consigli comunali per mafia. Si tratta di una norma nata da un provvedimento straordinario che a circa ventisei anni dalla data di emanazione, si è rivelata incapace di incidere in modo realmente efficace sulle dinamiche di crescita civile e culturale delle comunità, limitandosi ad una mera azione repressiva.
Alla luce dei fatti – continua Zavettieri – appare evidente come la lotta alla ‘Ndrangheta non si possa concretizzare in una semplice sospensione della democrazia che nella maggior parte dei casi e per quella che è la percezione dell’opinione pubblica, crea addirittura un paradosso, trasformandosi in un favore alla criminalità, alimentando la sfiducia nelle Istituzioni intese non più come prima interfaccia della gente ma come ulteriore strumento di vessazione di comunità sempre più sfinite.
I comuni sono la prime realtà di frontiera nel rapporto coi cittadini, realtà la cui assenza produce un aumento di distanza tra cittadino e istituzioni. La nostra – conclude Zavettieri – è un’idea di partecipazione dal basso, che parte oggi da Bova Marina ma che proietta il suo ragionamento all’intero Mezzogiorno, tutto al fine di contribuire a rafforzare il senso di comunità e la convinzione della necessità di una stretta osservanza delle leggi dello Stato, uno Stato che ci auguriamo sempre più vicino, nell’immaginario collettivo della gente e nella traduzione di tante buone pratiche che auspichiamo da domani si possano porre in essere di concerto con le gestioni commissariali, per il bene delle nostre comunità”.
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