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Riceviamo e pubblichiamo:
Quanto accaduto in data 14 gennaio scorso, con il ribaltamento della motrice ed annessa cisterna di gas metano (piena!) presso il deposito di gas sito a Sant’Elia, nel comune di Montebello Ionico, all’altezza dell’ex bivio fra la Superstrada 106 e la provinciale per Montebello, evidentemente non ha insegnato nulla.
Da parte chi scrive vi era la speranza – campa cavallo! – che in seguito ad un evento così grave e così complesso che, probabilmente solo per pura casualità, non ha determinato vittime, ci sarebbe stata, da parte di tutti i soggetti, coinvolti a vario titolo, una attenta pausa di riflessione. Per capire cosa è andato storto, valutare eventualmente se e come intervenire. Ciascuno con il proprio ruolo e le proprie responsabilità.
Non è successo nulla di ciò: nella serata di Martedì 17, terminate le operazioni di rimozione della motrice e della cisterna che si erano ribaltate nel primo pomeriggio di sabato scorso, come se nulla fosse successo, si è pensato bene, nonostante l’ora tarda e l’oscurità, di procedere al posizionamento di ulteriore cisterna, nel piazzale di deposito, accanto a quella che già stazionava precedentemente al verificarsi dell’incidente (?). Operazione eseguita con mezzo analogo a quello che si era ribaltato tre giorni prima, con carico sostanzialmente analogo, sulla medesima strada, possibilmente in condizioni peggiori, stante l’ulteriore pioggia caduta nel frattempo, laddove si era ribaltato l’altra motrice. Come se nulla fosse successo!
Ma vi è di più: come segnalato da chi scrive nell’immediatezza della catastrofe mancata che quella strada d’accesso al piazzale di stoccaggio del gas metano, non fosse adeguata al transito di mezzi pesanti, chi risiede in zona, lo sa benissimo, poiché nel corso di questi anni avrà sicuramente notato le tante occasioni in cui questi mezzi, con tanto di carico cisterna, hanno avuto problemi nel percorrerla ed hanno avuto necessità di “aiuto” per portare a termine la “consegna” della cisterna.
Il caso (!) ha voluto che nella giornata del 19/01/2017, all’incirca verso le ore 14:00, una motrice priva di carico abbia avuto problemi nel percorrere quella stessa strada – oh, che caso! – laddove sabato scorso si era ribaltata la motrice con cisterna carica di metano.
Grazie all’intervento di uomini e mezzi meccanici (questi rimasti nei pressi dell’area dalla conclusione delle attività di rimozione della motrice ribaltata) la motrice è riuscita a ripartire e a raggiungere il deposito di stoccaggio (vedi foto).
Nulla di eclatante né di insolito, perché, appunto, non è scena che i residenti del luogo non siano abituati a vedere con una certa frequenza. Non è la sensazionalità che si ricerca nello scrivere questa nota, quanto piuttosto la constatazione di un permanente stato di pericolo generico sull’area.
Chi scrive si chiede: e se quella motrice si fosse ribaltata nuovamente? E se avesse avuto il carico di una cisterna piena di metano? Cosa sarebbe potuto succedere? A cosa si sarebbero appellati, questa volta, quanti hanno acconsentito – a vario titolo – che nonostante la catastrofe evitata, tutto potesse proseguire come se nulla fosse accaduto? Quanto valgono la sicurezza e la vita di chi abita in prossimità di questo deposito?
Evidentemente, poco o nulla.
A questo punto mi chiedo: cosa si deve aspettare per poter assistere a una qualsiasi iniziativa finalizzata ad una verifica delle condizioni di sicurezza di chi abita nei pressi di questo maledetto deposito, se nemmeno una strage sfiorata è stata sufficiente?
Fortunato Tripodi, residente nei pressi del luogo dove è successo l’incidente
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