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Riceviamo e pubblichiamo di seguito la replica del Sindaco del comune di San Lorenzo, Bernardo Russo, all’avvocato Cordova:
“Palazzo Cordova non un affare del Comune, ma un affare in comune.
Appare doveroso dare l’esatto riscontro a quanto sostenuto dall’avv. Giuseppe Cordova in ordine alle responsabilità sul degrado del Palazzo Cordova, sito nella piazza centrale del paese, di fronte al secolare Olmo, senza però voler dare alla questione alcun accento polemico.
L’avv. Cordova, comproprietario dell’ormai fatiscente manufatto, afferma che con delibera n. 50 del 27.12.2002, il Comune di San Lorenzo ha accettato la donazione del vecchio rudere, ma la sua affermazione appare assolutamente inesatta posto che la predetta delibera consiliare testualmente prevede: “ Premesso che i sigg.ri Cordova avv. Giuseppe Maria e Cordova prof. Bernardino, comproprietari pro-quota dell’immobile denominato Palazzo Cordova…. con una dichiarazione in data 29.11.2002 hanno reso nota la propria volontà di donare a titolo gratuito l’immobile sopra detto (omissis) il Consiglio Comunale delibera di prendere atto della dichiarazione di volontà degli eredi Cordova”, conseguendo da ciò che mediante la delibera consiliare L’Ente ha semplicemente preso atto, accentandola, di una dichiarazione di volontà di donare da parte dei titolari dell’immobile, la quale necessiterebbe per il suo perfezionamento di un atto pubblico di donazione, mai effettuato, tant’è che gli eredi, secondo quanto risulta dagli accertamenti presso i competenti Uffici non hanno mai provveduto ad effettuare la successione.
Pertanto, quale primo cittadino della comunità laurentina , non sono disposto a ricevere offese gratuite ed offensive, considerato l’impegno quotidiano profuso dall’Amministrazione da me guidata fortemente sensibile ai problemi e agli interessi del nostro centro storico.
Infatti sin dal suo insediamento l’Amministrazione comunale si è più volte relazionata con il dott. Beniamino Cordova, erede del Compianto Bernardino, il quale, anche a nome degli altri comproprietari, ha reiterato la già manifestata volontà di donare il Palazzo Cordova mediante la stipula dell’atto di donazione.
Voglio precisare, ancora, che contrariamente a quanto sostenuto dall’avv. Cordova, vi è stato da parte mia un serio e concreto impegno tendente all’espletamento delle pratiche burocratiche di acquisizione del rudere, incontrando, a tal fine, l’ostacolo costituito proprio dalla mancanza di tutti gli atti prodromici e necessari alla formalizzazione dell’atto di donazione stesso, il quale, ribadisco, ancora non è stato concretizzato.
Dunque in quanto, a tutt’oggi, intestatari e proprietari del rudere i sigg.ri Cordova sono i legittimi destinatari dell’ordinanza di demolizione del fabbricato da me emessa il dì 15.5.2017 e già in avvio di notifica tendente esclusivamente alla salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata.
Per quanto asserisce l’Avv. Cordova, voglio precisare che è stato sempre interesse di quest’Ente rivalutare palazzo Cordova, come si evince dai vari colloqui avuti con Beniamino Cordova, in presenza per altro del Segretario Comunale Dott. Franco Arcidiaco e della Presidente del Consiglio Dott. Carmela Battaglia. Infatti con un contributo pari a 70.000 € era nostra intenzione creare uno spazio che sarebbe stato intitolato alla famiglia Cordova, fruibile da scolaresche e turisti, utilizzabile per feste o incontri di carattere culturale, nonché un punto di vista particolare sull’olmo, utilizzabile da studiosi e amanti di botanica.
All’atto di espletare i documenti utili per avere il contributo siamo stati bloccati dalla mancata stipulazione dell’atto di donazione. Chiediamo dunque all’Avv. Cordova di informarsi circa i programmi di opere pubbliche che l’Ente sta mettendo in atto prima di offendere l’operato di un gruppo di lavoro omogeneo e impegnato. Per quanto riguarda il Museo dei Santi Italo-Greci realizzato a Staiti, a cui l’Avv. Cordova fa riferimento, si fa presene che è stato realizzato con un finanziamento dei PIT risalente a circa 15 anni fa. L’ultimo finanziamento del GAL, a favore del Comune di Staiti era solo per arredare suddetto museo, poiché risultava già fruibile alla collettività.
Sarebbe infine opportuno che la famiglia Cordova, prendesse esempio dalla famiglia Benavoli, la quale intorno al 1993, sotto la mia Amministrazione è stata destinataria di un’ ordinanza di demolizione del rudere di sua proprietà che insisteva sulla Piazza Regina Margherita.
La famiglia ha preso visione dell’ordinanza e ha provveduto ad espletare i documenti necessari affinché l’Amministrazione dell’epoca potesse procedere a riqualificare la zona. Infatti ad oggi sul luogo ove insisteva il rudere sorge una piazzetta intitolata alla famiglia, che è punto di incontro per i compaesani e per i giovani del paese e che da lustro al comune e ricorda l’impegno profuso dalla famiglia Benavoli a voler riqualificare una zona altrimenti degradata”.
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