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“La terra di Calabria ha fame di verità, dignità e conoscenza. Non basta commuoversi, bisogna muoversi” queste sono state le parole di don Luigi Ciotti, Presidente dell’associazione Libera a inizio del suo discorso rivolto al pubblico presente nella serata di ieri 5 ottobre alle ore 16:00 a San Lorenzo in occasione dell’intitolazione del Piazzale al brigadiere dei carabinieri Antonino Marino, ucciso dalla ndrangheta a Bovalino Marina il 9 settembre del 1990 nel corso dei festeggiamenti patronali davanti alla moglie gravida e il figlio.
L’amministrazione comunale diretta dal primo cittadino laurentino Bernardo Russo ha tagliato il nastro sul Piazzale e ha tolto il velo al monumento di marmo per rendere omaggio al brigadiere Marino.
Presenti sul posto i familiari, i sindaci dell’Area Grecanica, il Responsabile regionale di Libera Mimmo Nasone, i rappresentanti istituzionali, religiosi, associativi, Forum Terzo Settore “Area Grecanica” e civili, che hanno ricordato i momenti più toccanti.
Significativo è stato l’intervento di don Luigi Ciotti: “Bisogna fare memoria 365 giorni all’anno, ho visto troppe celebrazioni, corone d’alloro, tanti discorsi che diventano ritualità.
Noi siamo qui per ricordare la vita, perché vogliamo che continui a vivere il nostro Nino in mezzo a noi.
Lui sta dalla parte di chi ogni giorno è impegnato a dare speranza e giustizia alla gente.
E’ accanto a chi decide di sporcarsi le mani e dare il proprio contributo per il cambiamento, incominciando dall’orizzonte della normalita’.
Non è possibile che ancora parliamo di ndrangheta, cosa nostra e camorra, dobbiamo ribellarci e dare riconoscenza alle Istituzioni, alle Forze dell’Ordine, la Magistratura per l’impegno a far emergere le cose belle.
Una memoria non come celebrazione ma etica‘ della responsabilità. Siate orgogliosi di essere calabresi, San Lorenzo ha un’anima e questi monti gridano. Sono le voci di coloro che sono morti e non si sa più nulla, ma le verità passeggiano per le vie dei nostri paesi.
Il vento è lo spirito che smuove la polvere diceva Padre Turoldo e allora lo spirito di Nino non farà dormire le coscienze di questo luogo perché alla fine della nostra vita non ci chiederanno se siamo stati credenti ma credibili.
Bisogna riempire i vuoti sociali, quali scuola e lavoro con dedizione, difendendo con coraggio la libertà non a discapito dell’altro”.
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