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Molto entusiasmo per il lavoro svolto del Tar del Lazio che ha fermato la realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche , ma è palese anche molta rabbia e orgoglio che animano pareri diversi al progetto Sei.
Piena contentezza per la decisione del Tribunale amministrativo laziale da parte delle segreterie Cgil Calabria e Cgil Rc- Locri. “ E’ una vittoria del territorio verso il territorio – si legge in una nota unita delle due sigle sindacali– un trionfo dei movimenti e delle associazioni che hanno combattuto per difendere questo luogo che ha una inclinazione tipicamente turistica”. Sulla stessa idea i repubblicani reggini: “ Nel leggere il giudizio- affermano- comunichiamo piena soddisfazione per quanto deciso dal Tar. Fin dagli inizi della richiesta della Sei per la realizzazione della Centrale a carbone i repubblicani programmarono una ribellione davanti ai cancelli dell’ ex Liquilchimica, continuando poi con raccolta di firme e proteste per sostenere la contrarietà ad un impianto che non serviva a Reggio e alla Calabria”.
A incitare invece la Sei ad andare aventi è Paolo Campolo, presidente del comitato “ Futuro Sicuro” di Pellaro per niente scoraggiato dalla notizia arrivata dal Tar Lazio. “ La sentenza è una delusione- afferma Campolo– ma è pur sempre il primo grado della giustizia amministrativa. Siamo speranzosi che in sede di appello al Consiglio di Stato le cose si svolgeranno come è giusto. Siamo convinti che la Sei saprà mostrare nelle sedi opportune di aver compiuto le fasi giuste in tutte le procedure, secondo le norme vincenti. Nei prossimi giorni una nostra delegazione cercherà di farsi ricevere dal Consiglio Matteo Renzi per sottoporgli all’ attenzione le oltre mille firme raccolte a favore del progetto . Urlare vittoria è fuori luogo. Si tratta di un primo grado di giustizia e se la Sei non si stancherà di rischiare soldi e tempo a Saline, sarò sottoposto al Consiglio di Stato”
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