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Sorpresa, incredulità, apprensione, inquietudine, sgomento sono questi i sentimenti che hanno pervaso la maggior parte della cittadinanza del territorio Montebellese alla vista, “in diretta” o attraverso la documentazione fotografica, del fumo che fuoriusciva dalla ciminiera principale del sito industriale “ex Liquichimica” di Saline Ioniche. Il coordinamento “No al carbone di Saline Joniche si rifà alla notizia che, Ntacalabria.it ha pubblicato per primo, mercoledì 28 agosto 2013 infatti, dopo oltre quaranta anni di inutilizzo, la ciminiera in questione ha emesso per alcune ore un fumo intenso e nero, di origine non specificata. Tali emissioni, stante anche il fatto che il sito”Ex Liquichimica”, non è stato mai attivo, che è ormai abbandonato da anni e in fase di dismissione, che al suo interno potrebbero essere tuttora presenti rifiuti speciali e/o pericolosi, hanno allarmato la popolazione del popoloso borgo costiero e destato non poca preoccupazione riguardo alla loro origine e ai possibili danni per la salute che potrebbero derivare da un’eventuale esposizione alle stesse. Il Coordinamento Associazione Area Grecanica – No carbone, fatti propri questi sentimenti e dubbi, si pone e pone a tutti, ciascuno per le proprie competenze, i seguenti interrogativi: che cosa è stato bruciato, da chi, con quale autorizzazione, con quali possibili conseguenze per la salute pubblica? Della vicenda è stata formalmente informata anche la terna commissariale che, dopo il recente scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione in carica, si ritrova a gestire il comune di Montebello Ionico e dalla quale si spera di poter presto ottenere risposte rassicuranti
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