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La pericolosità della Ss 106 continua a seminare vittime. Dall’inizio del 2015 nel tratto di strada che interessa le curve di Capo d’Armi si sono registrate circa venti morti.
I tragici incidenti avvenuti hanno spinto don Paolo Ielo, parroco di Saline Joniche a scrivere una lettera al presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani e alla sede dell’azienda di Reggio Calabria.
“È mio dovere – si legge nella nota di don Paolo Ielo – denunciare la pericolosità di quel tratto di strada che quando piove, diventa una roulette russa a causa dell’asfalto non drenante e scivoloso e dei frammenti di roccia che si staccano dalla parte non protetta del promontorio.
Dopo l’ennesimo incidente di qualche giorno fa, grazie a Dio non mortale, mi appello alle vostre coscienze. Da padre e pastore ritengo sia arrivato il momento d’iniziare a progettare opere di messa in sicurezza di quel tratto di strada.
Grido alle coscienze, perché è doveroso che tutto questo finisca. Certo della vostra comprensione vi benedico di cuore”.
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