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Riceviamo e pubblichiamo:
La lentezza con cui si svolgono i lavori della rotatoria di Saline Joniche ci impongono una seria riflessione circa lo stato di abbandono cui noi commercianti e tutti i cittadini versano.
Un abbandono che viene da parte di chi, come lo Stato, dovrebbe tutelare il lavoro sancito dalla Costituzione e tanto declamato in questo ultimo periodo.
Bene, lo Stato deve sapere che l’Anas ci sta costringendo a chiudere le nostre attività.
Ciò sta accadendo non in silenzio ma sotto il grido di allarme lanciato da diversi mesi a questa parte, sia attraverso giornali che lettere da parte di chi i danni li sta subendo giorno dopo giorno.
Il prefetto di Reggio Calabria è stato chiamato ad intervenire ma ad oggi neppure la sua azione ha avuto risultati.
I commercianti non chiedono favori, né cortesie ma al contempo non accettano né potranno mai condividere che l’irresponsabilità dell’Anas possa portare gli stessi ad abbassare le serrande delle attività che si sono costruite nel tempo e attraverso anni di sacrifici.
Mentre loro, dalle poltrone, ignorano il nostro grido, qui la gente urla ancora e lo farà più forte, ed è bene che la gente sappia che le conseguenze ed il futuro delle nostre attività sono legate alla loro incapacità di concludere i lavori entro tempi ragionevoli.
E’ bene sottolineare che non si sta costruendo il ponte di Brooklyn, né quello sullo stretto. Non si sta costruendo un’autostrada a 10 corsie ma una semplice rotatoria dove se si fosse lavorato costantemente, l’opera sarebbe già stata da tempo inaugurata.
Se l’Anas è incapace porre la parola “ultimazione” ai lavori, dia la possibilità ai cittadini di lavorare gratuitamente.
Volentieri dimostreremmo che in 5 giorni i lavori sarebbero conclusi.
Nel mondo in 10 giorni ricostruiscono paesi interi mentre qui, una banale rotatoria aspetta la conclusione da sei mesi. Una vergogna che ci porta e ci obbliga a dover agire democraticamente specificando, sin da ora, che è l’Anas a portarci alla non voluta conclusione di BLOCCARE LA SS 106.
Non abbiamo altra scelta ed è per questo che per tempo già comunichiamo questa iniziativa perché le istituzioni e i cittadini sappiano che a fermare il traffico in autostrada non vi sono soggetti dotati di poca saggezza ma persone perbene, lavoratori che non intendono rinunciare alle attività che si sono costruite in mezzo secolo di storia e che ora si trovano con le spalle contro la parete e senza scelte alternative.
All’Anas è stato chiesto più volte un immediato intervento per la chiusura dei lavori ma ad oggi mai ha risposto.
Quindi nessuna scusa da parte della stessa e nessuna giustificazione poiché nonostante sia stata invitata persino attraverso le Istituzioni locali, con tavoli tecnici perché i lavori si concludessero entro i termini previsti, ad oggi non ha dato risposta.
Chiamiamo ai danni l’Anas per tutti i nostri mancati redditi e lo faremo attraverso azioni concrete.
L’Anas verrà chiamata ai danni non solo per i mancati redditi, documenta bili con sintesi contabile dei diversi anni ma anche per il danno futuro legato alla distrazione dei clienti in altri centri.
Un danno ingente se si considerano tutte le nostre attività di promozione finalizzate ad infoltire il numero dei clienti poi “cancellati” con un colpo di spugna.
PER TALE MOTIVO DICHIARIAMO LO STATO DI AGITAZIONE DA PARTE DI TUTTI I COMMERCIANTI E IL BLOCCO DELLA SS 106.
Anticipatamente ci scusiamo con le istituzioni e con tutti i fruitori della strada per i disagi futuri ma specifichiamo che l’Anas ci ha costretti.
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