Roccaforte Rinasci replica all’articolo de La Repubblica

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Fino ad una settimana fa nessuno conosceva Roccaforte del Greco: un paese arroccato su una lontana montagna distante ben trenta chilometri da Melito Porto Salvo e dalla Statale 106, la strada della morte, che agli abitanti del posto, in confronto alle viuzze dissestate del paese, appare come un’autostrada moderna a tre corsie.

Oggi tutti scoprono il paese protagonista della più bassa affluenza alle urne d’Italia e accusano la sua gente di essere mafiosa. Ecco venir fuori ad ogni occasione lo stereotipo della “Calabria ‘ndranghetista”, stereotipo cavalcato da qualche giornalista nostrano solo per tirare fuori lo scoop sensazionale. Giornalista che su una testata nazionale la domenica delle elezioni invitava al “non voto” definendo il sottoscritto un “nazista” (affermazione vergognosa a cui rispondo con pietà umana: è la mia storia personale di onestà e rettitudine morale a parlare per me) e che il giorno dopo accusa la gente per questo non voto. Ma si sa la coerenza non è cosa di tutti a questo mondo: anzi quasi di nessuno!

Nessuno di questi signori si è degnato di chiedere al sottoscritto, un forestiero che ha “scoperto” Roccaforte solo due mesi fa, che idea si era fatta del paese e del non voto. Allora lo faccio personalmente, di mia iniziativa per difendere quella Roccaforte che non mi ha dato e non poteva darmi per questione di numeri la sua fiducia, per difendere quella gente che vive la propria vita quotidiana in un mare di indicibili difficoltà che solo l’amore per il proprio paese nativo giustifica e gli impedisce di emigrare.

Faccio politica da dieci anni, ho girato l’Italia, ho conosciuto parlamentari e uomini di governo ma vi posso affermare senza ombra di dubbio che quella che ho vissuto a Roccaforte del Greco è stata la più bella esperienza politica della mia vita per la quale devo ringraziare della gente meravigliosa che mi ha fatto conoscere il paese, le sue bellezze, i suoi tanti problemi. Abbiamo dialogato con questa gente: in tanti mi hanno espresso la loro fiducia sia chi mi ha votato, sia chi non ha inteso farlo dicendomelo fin dal primo giorno, con estrema lealtà, perchè rassegnati, sfiduciati, convinti che le cose non possano migliorare a Roccaforte. Quel fatalismo pessimo caratteristico della gente meridionale e calabrese in particolare.

Gente schietta e sincera quella di Roccaforte che ti mostra l’abbandono dello Stato con una strada dissestata per raggiungere il paese, con la mancanza dei servizi minimi essenziali, con la lotta quotidiana per vivere e fare la spesa (in paese non esiste un punto di ristoro, le attività commerciali non esistono praticamente).

Record più basso d’Italia a Roccaforte del Greco e quindi condizionato dalla ‘ndrangheta per questi “signori” giornalisti. Addirittura Repubblica.it sbatte in prima pagina “Roccaforte il feudo di ‘ndrangheta dove è proibito votare”. No signori, a Roccaforte non è proibito votare! Dunque come si spiega ciò? Può una giornalista venuta chissà da dove, (sempre che la signora Conchita Sannino, ci sia venuta davvero a Roccaforte) tornarsene a casa senza lo scoop da prima pagina? Può percorrere quella strada tortuosa, non adatta ai deboli di stomaco, senza tirare fuori la notizia?

Fatica sprecata? Eh no! Ed ecco allora che a Roccaforte era proibito votare per la signora Sannino! Eppure se davvero fosse stata a Roccaforte avrebbe potuto sentire da chiunque che in paese ormai ci abitano appena poco più di duecento persone minorenni e anziani allettati (purtroppo tanti questi ultimi) compresi! E dunque delle due l’una: o non è mai stata a Roccaforte e ha scritto per sentito dire oppure ha scritto menzogne! Perchè non ha parlato delle frane lungo la strada risalenti all’ultimo inverno e ancora oggi non rimosse?  O dell’incendio dell’estate scorsa durato giorni e giorni spento dai cittadini stessi (!!!) che rischiava di far scomparire il paese? O della neve che questo inverno ha bloccato per diversi giorni l’accesso al paese senza che nessuno da fuori se ne preoccupasse? Perchè non ha parlato degli anziani che non hanno alcuna forma di assistenza? Eppure sono cose che risaltano subito agli occhi a chiunque vi si rechi per la prima volta! Sempre che ci sia stato ribadiamo.

E allora signori, la gente di Roccaforte è composta da persone orgogliose che al mattino si svegliano e vanno, chi in campagna chi fino a Melito o addirittura a Reggio Calabria  (2 ore e mezza di viaggio al giorno!), a compiere il proprio lavoro umile o meno che sia. Gente che allo stesso tempo ama spropositatamente il proprio paese tanto da non abbandonarlo ma che è rassegnata e sfiduciata dalla completa assenza delle istituzioni. Chiunque in paese ti dice di primo acchitto che qui lo Stato manca; sarebbe stata cosa ben diversa dire lo Stato non lo vogliamo!

Quello della nostra lista voleva essere solo un segnale per Roccaforte e i suoi abitanti: fargli capire che non tutti li hanno dimenticati e abbandonati! Fin dal primo giorno sapevamo che raggiungere il quorum sarebbe stato impossibile ma il rispetto verso questa gente ci ha portato a compiere fino in fondo il nostro dovere.

Roccaforte vuole un’amministrazione ma la vuole fatta di gente propria, di gente del posto perchè solo chi abita in paese può conoscerne veramente i problemi: io li ho solo sentiti dalla bocca delle persone, degli anziani in difficoltà, dei giovani senza lavoro e di quelli che d’inverno devono svegliarsi alle cinque di mattina con le temperature sottozero per andare a scuola! Possiamo dargli torto di questo? Assolutamente no! Io stesso ho ribadito durante gli incontri pubblici che Roccaforte deve essere amministrata dai suoi giovani! E che giovani: all’ultimo incontro erano circa una trentina che ascoltavano, chiedevano, proponevano. Una partecipazione ma vista in nessun altro posto d’Italia! Altro che le fesserie della stampa nazionale!

E come sorprendersi della mancata affluenza alle urne dopo i diversi vili attacchi compiuti verso la mia persona durante il mese di campagna elettorale in cui non si è fatto altro che invitare la gente a non votare? In testa a tutti l’ex sindaco sciolto pure lui per mafia! E dov’è adesso questo signore? Quello che agitava nei più anziani, la stragrande maggioranza degli abitanti di Roccaforte, lo spettro del “candidato fascista”? Quelli che citavano la storia del partigiano Perpiglia non sapendo nemmeno che da anni la foto sulla lapide che lo ricorda è caduta e mai da nessuno riapposta? E non nascondo di essermi quasi commosso quando il sabato successivo in paese la gente, a conoscenza di tutto, mi ha espresso la propria solidarietà! E questi sarebbero i mafiosi? Vergognoso solo pensarlo!

I Roccaforticiani stessi sapevano che andare a votare l’unica lista sarebbe stato inutile in quanto impossibile raggiungere il quorum (circa 70 sono addirittura i residenti all’estero e tanti quelli che studiano o lavorano al nord hanno lasciato la residenza a Roccaforte). Il giorno in cui la lista è stata presentata ci dicevano che al massimo sarebbero andate a votare dieci persone: sono andate in sessantuno e questo per noi rappresenta già di per sè un successo!

Oggi saranno contenti i fautori del non voto, saranno contenti gli ex-amministratori, che invitando la gente a non votare prima delle elezioni, oggi che si attacca Roccaforte a livello nazionale rimangono in vergognoso e assordante silenzio.

Tocca a me dunque difendere la gente di Roccaforte e lo faccio con infinito orgoglio!

Giuseppe Minnella

ex-Candidato Sindaco Roccaforte del Greco

Lista “Roccaforte Rinasci!”

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Author: Cristina

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