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Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Sindaco di Roccaforte del Greco, Domenico Penna, relativa alla chiusura del plesso della scuola primaria di Roccaforte del Greco, inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Sig. Ministro della Pubblica Istruzione, al S.E. Sig. Prefetto di Reggio Calabria, all’ufficio Scolastico Regionale di Catanzaro, al Sig. Provveditore agli Studi di Reggio Calabria, al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, al Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, al Presidente dell’Amm/ne Prov/le di Reggio Calabria, al Presidente Associazione Sindaci “Area Grecanica” Bagaladi (RC), al Presidente dell’A.N.P.C.I. Roma, ai Mezzi di informazione Giornali, canali on-line etc., e al sito istituzionale comunale:
“Con la presente, a nome mio, dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza tutta che rappresento, manifesto la situazione di vivo malcontento e preoccupazione che si registra nella nostra piccola comunità a causa del quasi certo progetto di eliminazione, fin dal prossimo anno scolastico, del plesso scolastico della scuola primaria del nostro comune. La suddetta soppressione prevede il trasferimento degli alunni presso il plesso di Melito di Porto Salvo. Questa Amministrazione Comunale, stante un recente passato di commissariamenti dell’Ente, è impegnata per il recupero della legalità e della promozione del senso civico più autentico specialmente guardando alle nuove generazioni e non può, quindi, rimanere inerte a questa soppressione che è percepita dalla popolazione come ennesima spoliazione del proprio futuro.
Intere famiglie Ci rappresentano, ormai quotidianamente, il proprio stato di forte disagio e il senso di abbandono e delusione che alimenta la sfiducia verso le istituzioni volte a sacrificare l’autonomia e la vitalità dei centri montani in nome di una politica del risparmio che, pensando a se stessa più che ai propri figli, mortifica la nostra comunità tutta intera scemandone la speranza del domani. Alle autorità in indirizzo chiediamo di volersi soffermare sugli aspetti con i quali, quotidianamente, dobbiamo confrontarci cercando di garantire servizi e fiducia nelle istituzioni ai cittadini amministrati. Il nostro comune è situato nel cuore dell’Aspromonte, a 970 metri di altitudine. ed è interessato da lunghi periodi di precipitazioni anche nevose e condizioni di allerta meteo, più volte, preoccupanti. L’unica strada di accesso alla costa, in condizioni di scarsa percorribilità stante la precaria manutenzione, consente, dopo un percorso, di 28 km, tortuoso a causa di numerosissimi tornanti interessati da frequenti frane e smottamenti, di raggiungere il centro costiero di Melito di Porto Salvo dopo quasi un’ora di viaggio in auto e circa un’ora e mezza in pullman.
Sei bambini della nostra comunità: Giorgio, Francesco, Maria Grazia, Angela, Domenico e Gabriella, a causa del paventato trasferimento, verrebbero ad essere condannati al supplizio di una frequenza scolastica facilmente immaginabile. Dovrebbero diventare grandi troppo presto perché è troppo presto per chieder loro spirito di sacrificio quasi eroico mentre gli si vorrebbe inculcare i valori della solidarietà che lo Stato non mostrerebbe loro. Loro stessi e le loro famiglie stenterebbero troppo a credere ad uno Stato attento ai bisogni del cittadino quando l’evidenza mostra loro il contrario.
Inoltre è il caso di sottolineare che, cosa già avvenuta 5 anni fa, il nostro territorio subì la chiusura della scuola dell’infanzia, considerata “SOLO UN DIRITTO”, ora si verrebbe a negare ai nostri figli “UN DIRITTO MA ANCHE E SOPRATTUTTO UN DOVERE” sancito e garantito dalla Costituzione a tutti i Cittadini Italiani. Come evidenziato, quindi, il temuto trasferimento aggraverebbe quanto già il nostro territorio ha subito in quanto penalizzato da una costante e pericolosa politica di tagli nella scuola, in termini di organizzazione didattica, attraverso accorpamenti e formazioni di pluriclassi. Ciò comporta, sicuramente, un forte impoverimento nel processo formativo e scolastico dei nostri bambini.
Le famiglie dei ragazzi manifestano proteste vibrate e insistenti, seppur composte dentro i limiti della correttezza, per l’eventuale prospettiva di dover accompagnare i propri figli presso il plesso scolastico di Melito di Porto Salvo, in quanto sarebbero costrette a percorrere quattro volte al giorno un percorso di 112 Km sacrificando le normali attività lavorative con elevato dispendio economico e difficoltà di organizzazione della vita del proprio nucleo familiare. Infatti i mezzi pubblici non offrono possibilità di garantire il servizio sia per la scarsità del numero di corse che per la inconciliabilità degli orari. Inoltre la situazione finanziaria del comune non permette di poter garantire un servizio di navetta con scuolabus comunale sia a causa della scarsità di risorse nello striminzito bilancio sia per mancanza di personale con adeguata qualifica di vigilatrice.
La soluzione estrema di trasferimento delle famiglie interessate nel comune del plesso in cui iscrivere i propri figli non è nemmeno praticabile in quanto le famiglie interessate versano in condizioni assolutamente disagiate.
Quasi tutte le famiglie interessate, infatti, non hanno un reddito sufficiente ad affrontare con dignità le conseguenze che tale trasferimento comporterebbe (spese di viaggio, eventuali spese di affitto, abbandono delle proprie abitazioni e delle attività agricole e artigianali all’interno del territorio comunale etc). Oltretutto va sottolineato che il trasferimento di famiglie, per una comunità piccola come la nostra, è un qualcosa di veramente grave perché incrementa lo spopolamento dei centri abitati montani smantellando gli insediamenti abitativi con conseguente perdita delle tradizioni locali.
A questo proposito non può essere taciuta la peculiarità propria della nostra comunità che, in quanto minoranza linguistica (minoranza grecanica) tutelata dal Legislatore con Legge 15 Dicembre 1999, n. 482, sarebbe condannata sia in quanto privata della scuola sia in quanto spopolata con pregiudizio per la propria identità linguistica e culturale. Da quanto su esposto, si evincono i danni economici, sociali e culturali che la chiusura del plesso scolastico procurerebbe alle famiglie interessate da tale provvedimento nonché dell’intero territorio di Roccaforte del Greco. Alle Autorità in indirizzo si chiede, pertanto, un intervento energico e risolutore che, tenendo conto della specificità che il caso richiede, possa consentire, in deroga ad eventuali normative nazionali e organizzative, il mantenimento del plesso scolastico nel comune di Roccaforte del Greco”.
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C’è da sperare che l’appello del sindaco di Roccaforte del Greco venga accolto. E’ necessaria una deroga da parte delle autorità scolastiche e ci sono le giustificazioni legate alla posizione di un comune montano. Un comune senza scuola primaria non ha avvenire. Ai miei tempi, quando risiedevo a Ghorio di Roccaforte, non c’erano le scuole medie(scuola secondari di primo grado) e naturalmente nemmeno le scuole superiori(scuole secondarie di secondo grado).Questo tipo di scuola era una conquista di pochi, quasi di “èlite “. Poi i tempi erano cambiati, con l’arrivo anche della scuola media, ma se si comincia a non avere nemmeno la scuola primaria si va verso la decadenza, nonostante l’impegno degli ammnistratori. Giovanni Attinà