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“Sulle dimissioni del Consigliere Domenico Antonio Pitasi – afferma il Capogruppo Roccaforte Cambiare si può, Rocco Palamara – una profonda analisi critica risulta necessaria da parte di tutti, ma soprattutto da parte della maggioranza. Le motivazioni che hanno spinto il Consigliere Pitasi a dimettersi sono ben espresse nella sua lettera di dimissioni nella quale si evidenzia la totale assenza di comunicazione e trasparenza da parte della maggioranza.
Forse si può dire il contrario? Basti pensare alle richieste di accesso agli atti, circa i lavori di somma urgenza effettuati ed i rimborsi agli amministratori, fatte dal consiglieree concesse, in parte, solo nel momento in cui queste venivano poste in essere tramite un legale rappresentante o ancora, all’elezione del Presidente del Consiglio Comunale e del Vice, effettuata senza nemmeno comunicare la scelta della maggioranza all’opposizione, come se fosse necessario dimostrare la supremazia all’interno del Consiglio Comunale o se si avesse timore di un confronto. Non meno importante risulta il “totale immobilismo dell’azione amministrativa” sottolineato dal Consigliere. Anche in questo caso riteniamo che non ci possa essere smentita. Basti pensare che come gruppo consigliare abbiamo acquistato, a proprie spese, uno specchio per il traffico stradale per garantire la sicurezza dei cittadini in un incrocio del centro abitato e la foto in memoria del Partigiano Marco “Pietro” Perpiglia da affiggere presso il monumento in memoria dello stesso, da anni distrutta per atto vandalico.
Di questi dispositivi si era discusso con la maggioranza nel mese di Luglio e ci era stato assicurata la sistemazione di questi nel giro di pochi giorni, sono passati sei mesi, quindi risulta chiaro come nemmeno l’ordinaria amministrazione sia portava avanti.Come minoranza avevamo dato fin dall’inizio la disponibilità a collaborare per tutti quei progetti che riguardano la cittadinanza, approvando le linee programmatiche presentate dalla maggioranza. Ad oggi purtroppo posso affermare che nessuna collaborazione è stata fruttuosa, anche perché di progetti per la cittadinanza in consiglio comunale non vi è stata traccia. Come capogruppo non posso che esprimere il mio dispiacere per la decisone assunta dal consigliere, ma allo stesso tempo ritengo che in queste condizioni e con queste prospettive risulta difficile, e forse anche inutile, poter continuare a svolgere il proprio ruolo. Mi auguro che questa vicenda smuova gli animi nella maggioranza e che si comprenda che essere amministratore non è sinonimo di amministrare, e che se le dinamiche continuano a viaggiare in questa direzione a rimetterci non sarà la maggioranza o l’opposizione ma l’intera comunità, se così non fosse come opposizione prenderemo le più opportune scelte”.
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