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Si è svolta a Roccaforte del Greco la commemorazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Alla presenza dei rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, del Comando della stazione dei Carabinieri di Roccaforte, del Parroco Don Domenico Nucara, di Suor Daniela e Suor Gilda della Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo e delle insegnanti che hanno sensibilizzato ed accompagnato gli alunni della scuola, ai quali il sindaco Domenico Penna ha rivolto un caloroso saluto, è stata deposta una corona di alloro ai piedi del monumento ai Caduti.
Nel suo intervento il sindaco ha voluto ricordare, innanzitutto, la battaglia di Vittorio Veneto, che, con la conclusione della prima guerra mondiale, portò all’unificazione dell’Italia. “Il IV novembre -afferma Penna- è la festa delle Forze Armate, che nella nostra Repubblica sono dedicate alla sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale.
E davanti al monumento ai caduti delle due guerre mondiali, si rende omaggio a tutti quegli italiani, uomini e donne, che hanno perduto la propria vita per la Patria, per la Libertà e per costruire un futuro di Pace.
Un sacrificio estremo e nobile al tempo stesso, che portò certamente all’Unità nazionale anche con il contributo di migliaia di nostri connazionali, tra questi, tanti figli di Roccaforte del Greco”.
“La guerra -ha concluso il sindaco- è la cosa più orribile che può accadere ad un popolo, ed ecco perché l’art.11 della nostra Carta Costituzionale recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, mettendo in evidenza l’impegno dell’Italia a lavorare con gli altri popoli per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni.
Il momento che stiamo vivendo è certamente il più difficile del dopo guerra, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico-sociale. Tuttavia ritengo che se siamo stati capaci di ripartire dopo le due guerre mondiali che avevano devastato il nostro paese, possiamo riuscirci anche adesso anche se oggi la guerra è diversa da quella di allora, e il nemico oggi si chiama “EGOISMO INDIFFERENTE”.
Tutti infatti, ognuno per la propria parte, dobbiamo impegnarci per l’Italia, affinché sia capace, nello stesso tempo, di ascoltare e accogliere chi ha bisogno, e di sentire l’orgoglio delle proprie radici e della propria storia senza farsi sovrastare da esso, costruendo un’Italia che sa amare la propria terra rinnovandone i valori e i fondamentali ideali che l’hanno costituita.”
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