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Riceviamo e pubblichiamo Vincenzo CREA Referente unico dell’ANCADIC Onluse Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
“Scrivo nella qualità di Referente unico dell’ANCADIC Onlus, associazione che promuove e tutela il patrimonio paesaggistico e l’ambiente salubre e quale rappresentante del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto, per chiedere alle competenti Istituzioni di voler disporre gli opportuni accertamenti per verificare se perduri a tutt’oggi la gravissima situazione di inquinamento ambientale accertato nell’anno 2004, presso il confinante sito dell’ex-liquichimica di Saline frazione del Comune di Montebello Jonico (RC), dal consulente nominato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nell’ambito del procedimento penale 1064/2004 RGNR.
Dalla sentenza n.58/08 del Tribunale di Reggio Calabria formalmente acquisita lo scorso 24 giugno, emerge che il succitato Consulente ha eseguito i prelievi su tutta l’area ove insiste lo stabilimento, accertando l’abbandono, nei laboratori dell’ex stabilimento adibito alla produzione degli Acidi Grassi, Bioproteine, ecc. un’ enorme quantità di sostanze pericolose valutate fattori di rischio per la salute umana (tipo silice gruppo 2) amianto di crisolito in modo incontrollato in violazione del divieto di cui all’art 14 del D.Lvo 5/2/1997, n. 22. É stato altresì accertato che le farine fossili potevano contenere materiale a rischio cancerogeno e sarebbe stato opportuno effettuare un controllo dell’aerodisperso. Sono stati rinvenuti sacchi con composto di randalite e Clarcel (potenzialmente cancerogeno per l’uomo –sicuramente silicotigeno) stoccati all’aperto e matasse di amianto e sostanze chimiche reagenti all’interno dei locali del laboratorio. A questo allarmante scenario si deve aggiungere che dopo 40 anni di inutilizzo Mercoledi 28 agosto 2013 la ciminiera principale del sito industriale “ex Liquichimica” di Saline Ioniche, ha emesso per alcune ore un fumo intenso e nero, di origine non specificata. Non si sa che cosa è stato bruciato, da chi, con quale autorizzazione, con quali possibili conseguenze per la salute pubblica.
Alla luce della gravissima situazione di rischio che ne potrebbe derivare per la salute pubblica sarebbe necessario accertare se è stata effettuata una completa bonifica dei siti inquinati, se sono stati messi in sicurezza i laboratori smaltendo le farine fossili contenenti sostanze cancerogene, se sono stati smaltiti gli strumenti e i macchinari contenenti amianto, eseguire campionamenti dei terreni, dei fanghi eventualmente presenti nel porticciolo situato nell’area industriale per verificare i livelli di inquinamento. Altro grave danno all’ambiente marino è stato accertato nel 2002, 2003 e 2004. Infatti alcune forze di polizia durante i controlli eseguiti presso il depuratore di Sant’Elia di Saline riscontravano che le acque fognarie non depurate, come accertato dall’ARPACAL di Reggio Calabria, dopo aver percorso a cielo aperto un lungo tratto del torrente Sant’Elia, in parte sfociavano a mare e in parte erano state dirottate all’interno del porto di Saline tramite un’apertura praticata lungo il muro di delimitazione del Porto. I rifiuti tossici presenti nel sito della ex liquichimica di Montebello Jonico sono stati denunciati nella trasmissione televisiva “Striscia la Notizia”, andata in onda lo scorso 20 febbraio su Canale 5. Dopo l’intervento di striscia è stato eseguito un sopralluogo da molte Autorità all’interno dell’ex Liquichimica. E’ bene ripetere che se ad un disastro non viene data voce nulla succede. Miracolo della comunicazione. In conclusione, alla luce dei fatti si chiede l’urgente intervento delle competenti Istituzioni a tutela della salute della popolazione del Comune interessato e dei Comuni limitrofi e a salvaguardia dell’ambiente adottando anche adeguati provvedimenti presso il porticciolo che da anni è diventato un pantano chiuso dalla sabbia depositatesi ed in cui l’acqua stagnante, soprattutto, d’estate acuisce lo sgradevole odore e determina una gravissima situazione igienico sanitaria per la salute pubblica. Nell’area antistante il porticciolo e anche all’interno dello stesso, viene eseguita attività di balneazione. In attesa che si intervenga sarebbe indispensabile segnalare i rischi che corrono coloro che frequentano i luoghi”.
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