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La Commissione per l’uguaglianza dei diritti e delle Pari Opportunità fra uomo e donna della Regione Calabria (CRPO) ha presentato al Presidente del Consiglio Regionale ed ai Consiglieri Regionali tutti, una mozione avente come oggetto la tutela della maternità e l’appropriatezza del percorso di nascita nell’area territoriale della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Il documento è stato trasmesso, inoltre, al Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ai Sindaci dei Comuni interessati del basso Jonio reggino e al Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.
Con questo atto si intende sollecitare la Giunta Regionale ad attivarsi per la riapertura del Reparto Maternità ed Ostetricia dell’Ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo, avanzando al Ministero della Salute, ai sensi di quanto disposto dal Decreto firmato dall’On. Lorenzin l’11 novembre 2015, una richiesta di deroga a tal fine per non sguarnire di servizi essenziali per la salute le donne ed i nascituri delle zone montane e delle aree interne della vasta Area Grecanica, un esteso territorio, che di recente è stato selezionato quale seconda area progetto della Regione Calabria per la sperimentazione nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), costituita dai comuni di Bagaladi, Bova, Bruzzano Zeffirio, Cardeto, Ferruzzano, Montebello Jonico, Palizzi, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo, Staiti che sommati ai territori di Africo, Ferrurzano, Brancaleone, Bova Marina, Condofuri, Melito Porto e Motta San Giovanni, formano una densità complessiva di popolazione superiore ai 50.000 abitanti.
La continua e rilevante criticità del sistema sanitario ed ospedaliero pubblico esistente nell’intera Area Metropolitana, per ultimo i guasti agli impianti di respirazione delle Sale Operatorie dell’Ospedale di Polistena, che costringono al trasferimento delle partorienti e degli ammalati presso gli Ospedali di Melito Porto Salvo e di Lamezia Terme, esige rapide decisioni e conseguenti soluzioni, da non trascurare anche quella di riportare al suo ruolo primario il Tiberio Evoli, potenziandone, se necessario, i livelli di qualità, in quanto oltre a rappresentare un’eccellenza (come lo è sempre stato nei tempi), può servire un’estesa area.
Considerando che i servizi sanitari debbono assicurare uniformi livelli di sicurezza, equità d’accesso e fruizione per tutta la popolazione calabrese e che, quindi, i cittadini delle aree interne non possano essere penalizzati da scelte che non tengono conto delle particolari condizioni geomorfologiche e di viabilità; che, tra l’altro, essendo l’area in questione caratterizzata da una precaria viabilità (SS 106) che moltiplica i tempi di percorrenza, soprattutto nel periodo invernale, la riapertura del suddetto Ospedale eviterebbe alle gestanti ed agli ammalati, di affrontare un tragitto ancora più lungo per arrivare all’Ospedale più vicino, cioè il Bianchi-Melacrinò- Morelli di Reggio Calabria.
Non solo, la ripresa della totale attività costituirebbe un polmone in più per quest’ultima struttura già collassata, offrendole l’ossigeno che scarseggia anche a causa della consistente assistenza sanitaria offerta ai migranti in continuo arrivo nella città di Reggio Calabria.
Franca MILAZZO, Coordinatrice Area Metropolitana di Reggio Calabria della Comm.ne Pari Opportunità Regione Calabria
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