Repubblica della Costituzione di Virginia Iacopino

virginia iacopino

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Questa Repubblica si può salvare, ma per questo deve diventare la Repubblica della Costituzione (Nilde Jotti).
La partecipazione dei cittadini alla Cosa Pubblica deve avere per fondamento la loro chiara conoscenza della Carta Costituzionale e non la confusione che oggi regna sovrana. Il Presidente del Consiglio dei Ministri prima di assumere le funzioni, non il comando del potere, presta giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica recitando l’art.93 della Costituzione. Tutti i pubblici impiegati non possono esercitare le loro funzioni se non prima hanno giurato fedeltà alla Costituzione.

Per osservare lealmente la Costituzione è necessario conoscerla. Mi domando, e chissà quanti come me si chiedono se i Ministri e quelli che rappresentano lo Stato, conoscono ed applicano veramente la Carta Costituzionale. L’art.70 per quanto riguarda la formazione delle leggi recita: la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere. La “navetta” tra le due camere conferma l’utilità della scelta fatta dai costituenti di dare un preciso ordine parlamentare bicamerale proprio perché una legge, magari votata sotto la suggestione emotiva del momento politico, non è mirata a scrivere leggi personali o del gruppo politicamente vincente. La libertà dal bisogno, dalla paura, la libertà di fare, la libertà di associazione, di culto, di educazione, di stampa, di conoscenza, la libertà dallo sfruttamento e dall’oppressione, la libertà di vivere con dignità sta nella natura degli uomini e nessuno dovrebbe essere privato da questa sua condizione di libertà ed essere assoggettato, attraverso raggiri, al potere politico di altri.

I Costituenti che parteciparono alla stesura dei 139 articoli della nostra Costituzione il vocabolo “libertà” lo ripeterono in 3590 citazioni, quello di democrazia in 1471;quello di potere in 2176.Ciò sta storicamente a testimoniare che gli illustri estensori della Costituzione dovevano cancellare l’eredità monarchica fascista. La Costituzione della nostra repubblica ha i suoi fondamenti nei principi che ispirarono e guidarono la resistenza contro il regime nazifascista di Hitler e Mussolini. Ecco perché nella Carta Costituzionale su cui si basa l’ordinamento giuridico dello Stato e i diritti-doveri del cittadino il regime fascista è dichiarato fuori legge, fuori dalla coscienza civile del popolo italiano. Molti hanno dimenticato la lezione del passato e i nostalgici nazifascisti inculcano agli avventurieri di rovesciare l’ordine repubblicano e la democrazia parlamentare è questa la principale ragione per dover prestare molta attenzione circa gli avvenimenti che in Italia si svolsero dal 25 luglio 1943 al 25 aprile 1945.Prima di parlare ed effettuare riforme costituzionali è importante accertare che lo studio scolastico dell’educazione civica è stato sufficientemente assimilato dopo di che si può costruire e ricostruire, quando è necessario, il ponte tra la scuola e la vita fatta di diritti e di doveri verso se stessi e verso la comunità.

E’ dal 27 dicembre 1947 che Enrico De Nicola, Umberto Terracini, Sandro Pertini, Nilde Jotti e tutti i grandi personaggi italiani che hanno dato lustro a questa repubblica che si chiedono: ma quando molti prenderanno cognizione di quanto è stato scritto nei 139 articoli della Costituzione? Qualche breve cenno storico: fra il 328 e il 325 A.C. Arisotele elaborò la costituzione di Atene. Riguardava l’addestramento politico militare cui erano tenuti i liberi giovani diciottenni prima di esercitare i pieni diritti civili ed elettorali. Gli interessi dei singoli dovevano conciliarsi con quelli del benessere collettivo. E, per prevenire ogni possibile tentativo di corruzione la cariche pubbliche venivano distribuite con un sistema di sorteggi altamente scientifico che tendeva alla quasi certezza matematica che gli uomini che andavano a governare la cosa pubblica erano veramente degni di tale incarico.

Dopo la rivoluzione francese il clero emanò una sua costituzione. La maggior parte dei vescovi e dei sacerdoti si rifiutarono di giurare fedeltà. Si chiusero nel proprio orgoglio e zapparono e coltivarono singolarmente il loro orticello materiale-spirituale. Il clero costituzionale Jurè si riteneva il vero clero così come l’altro clero, detto refrattario, che non giurò. Il cattolico Re si trovò a disagio. Per conservare il suo potere assoluto fondato sulla passiva obbedienza dei sudditi creduloni a cui spettava l’obbedienza di adorarlo come divinità terrestre, come unico rappresentante dell’assoluto Dio celeste, creò una grande confusione, non sapeva, il Re, in quale dei confusi due  mari clericali doveva buttare la sua rete per pescare copiosamente pesci a suo vantaggio. Continuò a perdere colpi e fiducia per cui le idee repubblicane che erano state soffocate riguadagnarono terreno. La costituzione del clero si sciolse e si costituì un’assemblea costitutiva e attorno al suo presidente si concentrarono, sia a destra che a sinistra, in base al loro modo di vedere, i membri dell’assemblea. E da qui il significato di partito di sinistra e di destra storiche. Fuori dall’assemblea costitutiva nei conventi si riunivano i vari adepti. Francescani di qua, circestensi di là, furono terreno fertile per il prevalere dell’estremismo e la follia del cosiddetto periodo del terrore (1793).Ognuno cercava di rovesciare i poteri dell’altro con movimenti l’un contro l’altro armati. La ghigliottina la faceva da padrona.

Il 4 dicembre 1796 la città di Bologna tentò di costruirsi un libero comune governato da una costituzione; dopo che essa fu approvata non poté avere la sua attuazione perché Bologna entrò a far parte della confederazione cisalpina che si reggeva più sulle armi francesi forza per assoggettare il popolo. Il nostro tricolore è retaggio della bandiera cisalpina che era formata da tre bande parallele all’asta. In prossimità di essa c’erano il colore verde, successivamente il bianco e dopo, il rosso sulla cui striscia c’era scritto: libertà e uguaglianza. Tutti i cittadini dovrebbero chiedersi se la bilancia dello stato costituzionale democratico pende più sul positivo o più sul negativo affinché non prevalgono i padroni senza coscienza. Votare per il prossimo referendum costituzionale a cui saremo sottoposti è importante. SI o NO deve essere scelto secondo la libera coscienza ma con cognizione. La Pira propose di premettere al testo costituzionale il seguente preambolo: in nome di Dio il popolo italiano si dà la presente costituzione. Ma si preferì, giustamente, di non evocare il cielo ma di stare solidamente con i piedi a terra con una Repubblica laica democratica che deve essere al di fuori da qualsiasi confessione religiosa.

Virginia Iacopino

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