Repower su referendum no al carbone in Svizzera

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Ecco il comunicato della società Repower riportato sul proprio sito:

“I cittadini del Cantone dei Grigioni hanno dato oggi la preferenza all’iniziativa popolare «Sì all’energia pulita senza carbone», formulata sotto forma di proposta generica e contrapposta al controprogetto del Governo e del Parlamento. Scopo dell’iniziativa consiste nell’impedire che società partecipate dal Cantone dei Grigioni, come nel caso di Repower, investano in centrali a carbone.

 Repower prende atto dell’esito della votazione.

L’iniziativa è stata presentata ai votanti sotto forma di proposta generica e quindi non si dispone ancora del rispettivo articolo costituzionale. Per questo motivo spetta ora alle istanze politiche decidere come proseguire. Repower osserverà con attenzione il processo legislativo che seguirà.

Il risultato della votazione non cambia la strategia di Repower, società attiva nel settore energetico, verticalmente integrata, con mercati chiave in Svizzera, Italia, Germania e Romania.
Anche in futuro Repower si impegnerà nello sviluppo di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate, continuando a svolgere il ruolo di fornitore affidabile di energia, saldamente radicato nel Cantone dei Grigioni”.

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.

0 thoughts on “Repower su referendum no al carbone in Svizzera

  1. Sconcertante che si inducano le persone ad osteggiare un progetto estremamente valido che darebbe un grande contributo sia allo sviluppo dell’economia in quell’area della Calabria che a riequilibrare il “Mix delle fonti” per la produzione elettrica in Italia, gravemente sbilanciato e pesantemente nocivo per la competitività di numerose attività produttive manifatturiere italiane.

    Insomma, un’azione per impedire il benessere e lo sviluppo, altro che protezione dell’ambiente, demagogicamente affermando che le emissioni di CO2 (un gas fondamentale per la vita sul pianeta ed alimento principale per il mondo vegetale e quindi anche per l’agricoltura) come asseriscono ideologicamente certi personaggi.

    Si è strumentalizzato un argomento con i cittadini svizzeri che, per ovvie ragioni logistiche, sono stati indotti ad esprimersi contro un impianto come se lo stesso fosse da realizzare od avesse alcun aspetto negativo per loro.

    In Svizzera non si prevedono impianti termoelettrici a Carbone, causa la posizione geografica del Paese, lontano dal mare e quindi con evidenti maggiori difficoltà per alimentare il combustibile solido. Così in Svizzera l’elettricità è prodotta per circa la metà dal nucleare e l’altra metà dall’idroelettrico, grazie alle montagne ed ai bacini e dighe realizzate in quei territori.

    Una moderna centrale a carbone non produce alcun concreto danno ambientale ed assicura invece sviluppo e benessere, oltre a ridurre il grave rischio strategico per gli approvvigionamenti energetici dell’Italia, il paese più a rischio in Europa su questo tema.

    Questi si elementi di particolare importanza, ma del tutto trascurati dalla demagogia di certe lobby.

    Ed a farne le spese saranno gli ignari calabresi che da decenni aspettano che serie iniziative imprenditoriali si presentino anche per i loro territori e quando queste si affacciano concrete, si fa di tutto per demonizzarle ed osteggiarle.

    Povera Italia!

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