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I lavoratori LSU-LPU del Comune di Bova da oggi incrociano le braccia. Lo stato di agitazione proclamato dalle rappresentanze sindacali di categoria non risparmia neanche la Chòra, dove da stamattina i lavoratori precari del Comune, manifestano civilmente tutto il loro dissenso rispetto ad una situazione che li vede ormai da anni bistrattati e vilipesi nella loro dignità di lavoratori.
Le tante spettanze arretrate, e soprattutto lo spettro del licenziamento, dopo anni di illusorie speranze di stabilizzazione, agitano e non poco gli animi di circa quindici lavoratori sulle cui spalle poggiano le garanzie di continuità dei servizi essenziali di un Comune modello di efficienza e sviluppo come Bova.
“La situazione – si legge in una nota inviata dai lavoratori bovesi – è quanto mai seria e drammatica. Quindici anni di precariato senza alcun contributo previdenziale, un susseguirsi di inutile promesse buone alla vigilia di qualsivoglia compagna elettorale regionale, totale assenza di diritti rivendicabili, malattia e ferie, per contro quindici anni di assoluta professionalità e di garanzia dei servizi.
Siamo consapevoli – prosegue la nota – del disagio arrecato alla cittadinanza qualora dovesse prolungarsi lo stato di agitazione, con blocco totale dei servizi essenziali, scuolabus, raccolta rifiuti e conferimento in discarica, servizio idrico, assistenza agli anziani e normale attività degli uffici.
Pur coscienti delle difficoltà – conclude la nota – è nostra ferma intenzione proseguire nella civile protesta che vede peraltro coinvolti anche i nostri colleghi di tutta la Regione e che ci porterà il prossimo 12 novembre a manifestare davanti la sede del Consiglio regionale, certi che al momento rappresenti l’unica possibilità per dare voce ad una categoria per troppo tempo ingiustamente vessata.
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