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Il processo Ramo Spezzato continua a tenere banco nelle aule di Tribunale.
L’ultima novitá é che tale processo é tornato nuovamente in Corte d’Appello. La Cassazione infatti, ha annullato la condanna per il boss Antonino Iamonte e per Sergio Borruto rinviandola ad un’altra sezione della Corte reggina.
20 anni e 12 anni e 11 mesi erano stati inflitti nell’ottobre del 2015 rispettivamente a Iamonte, difeso dai legali Punturieri e Madafferi, e a Borruto, difeso da Punturieri.
Processo Ramo Spezzato – La vicenda
Il processo “Ramo Spezzato” nasce da un’inchesta della Procura reggina, coordinata dal pm antimafia Antonio De Bernardo. Secondo gli inquirenti, al centro dell’inchiesta il traffico e la commercializzazione di animali in pessime condizioni di salute. Secondo le carte processuali l’inchiesta aveva colpito gli affari del clan Iamonte. Un’inchiesta che ha potuto avvalersi di una cospicua quantità di intercettazioni telefoniche, sempre più indispensabili nei processi contro la criminalità organizzata. Importante anche le dichiarazioni del testimone di giustizia Saverio Foti, imprenditore. Foti secondo quanto riportato negli atti sarebbe stato vessato dalla cosca Iamonte. Per questo avrebbe deciso di rivolgersi alla giustizia .
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