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“La terra del ritorno”, è questo il titolo dell’ultima fatica letteraria di Giusy Staropoli Calafati, presentata qualche giorno addietro a Bova, nella suggestiva cornice dell’ex Chiesa dello Spirito Santo. A dialogare con l’autrice sui temi del romanzo, dopo i saluti inaugurali del primo cittadino Santo Casile, è stato il giornalista Gianfranco Marino. Amore e sentimenti, legame con la terra d’origine e l’antico e sempre attuale dilemma tra il partire, rimanere o in alcuni casi tornare. È un lavoro intenso e duetto quello di Giusy Staropoli, un’opera decontestualizzata nel tempo, priva di riferimenti temporali e ricca di spunti di riflessione, un’opera dove a farla da padroni troviamo l’attaccamento viscerale alle radici, la passione ed il sentimento ma anche un forte richiamo alla spiritualità ed al valore dei rapporti, uno spaccato di Calabria buono per tutte le stagioni, un dipinto che – spiega l’autrice a margine dell’incontro – ognuno può collocare nel tempo come meglio crede.
“Nell’opera – spiega l’autrice – c’è volutamente un forte richiamo alla terra ed un omaggio appena accennato al grande Saverio Strati, da ritrovare non tanto nel nome di una delle protagoniste, quella Tascia che richiama l’opera dello scrittore santagatese, quanto nella fugace ma importante presenza dello scrittore trai personaggi del romanzo. La tappa di Bova – conclude la Staropoli – nel tour di presentazione di questo mio ultimo lavoro, assume un valore simbolico importante, perché proprio Bova è divenuto negli anni tra i luoghi simbolo di una Calabria interna che resiste, ridisegnandosi per garantirsi un futuro, una storia di restanza, in mezzo a tante storie di partenza ed abbandono”.
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