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Sono passati nove mesi, da quando si è scoperto il dramma che a Melito ha vissuto la ragazza tredicenne vittima della violenza del branco. Una vicenda che ha acceso i riflettori di tutti i media nazionali sul paese. Alla Magistratura spetta il compito di stabilire la verità dei fatti, di individuare le responsabilità, di fare giustizia.
Alla comunità di Melito che tanto è stata coinvolta da questo episodio, ma anche alla coscienza collettiva della nostra regione, viene richiesto di non dimenticare, di continuare a interrogarsi sul come è potuto accadere tutto questo. Di riflettere sulle sue responsabilità ed omissioni che pur non avendo rilievo penale hanno accompagnato questa terribile storia e soprattutto su cosa deve cambiare perché altre violenze come questa non si ripetano.
Sono queste le motivazioni che hanno spinto alcuni realtà associative che operano da anni sul territorio melitese, il Centro Agape, la Piccola Opera Papa Giovanni, l’associazione Libera, a riproporre, attraverso una rappresentazione teatrale, alcuni spaccati di quello che la popolazione ha vissuto in quelle giornate.
Omertà, indifferenza e pregiudizi di molti, ma anche reazione e condanna da parte di altri.
Lo spettacolo teatrale ricorderà la violenza subita dalla ragazza attraverso i racconti dei giornali locali, l’arresto dei giovani accusati dello stupro, la reazione della gente comune del paese che in genere non si pronuncia o dichiara che “sono bravi ragazzi” tranne qualcuno che esprime un parere diverso.
Emerge un atteggiamento diffuso di omertà, del “se l’è andata a cercare” ma anche la voce di chi paragona la storia della ragazza a quella di Anna Maria Scarfò raccontata dal libro “Malanova”. C’è poi il personaggio “Coscienza” che conclude che “non si può essere apposto con la coscienza se non si combatte contro la violenza che le donne più deboli subiscono quotidianamente.
Gli attori saranno gli ospiti, gli operatori e i volontari di Villa Falco, comunità di accoglienza che accoglie persone con disabilità mentale che hanno vissuto sulla loro pelle storie di violenza, disagio e pregiudizi ma anche storie di integrazione e riscatto sociale, e che ormai da diversi anni utilizza l’espressione teatrale come mezzo di comunicazione su temi di rilevanza sociale.
L’appuntamento è per venerdì 2 Giugno alle ore 20,30 all’auditorium della Chiesa di S. Giuseppe di Melito Porto Salvo.
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