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“Se fosse lecito offendere in maniera gratuita la rispettabilità di una persona, non sarebbe solo la distruzione dei rapporti umani, ma includerebbe anche la distruzione della libertà e della giustizia.
Così, in questa prospettiva, è stato commesso un grave torto al sottoscritto ed, ancor più, alla propria moglie, che è stata attaccata nella maniera più ingiusta e menzognera, come rivelatrice di presunte manchevolezze delle candidate rivali, in occasione delle elezioni comunali del 27 maggio 2014, che mi hanno visto eletto Sindaco di Palizzi”.
Il sindaco del comune jonico usa toni duri contro un articolo riportato su un’altra testata giornalistica affermando che “Il potere della diffamazione non può essere tollerato in ogni caso e, massimamente, in riferimento a mia moglie, che, a tutt’oggi, ad onore del vero ed a ludibrio e smentita dei menzogneri e mistificatori a mezzo stampa, non ha mai ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria od avviso di garanzia, per il reato di accesso abusivo al sistema informatico della Polizia”.
“D’altronde, mia moglie, dal novembre 2013 a ottobre 2014, non ha prestato servizio, – continua Scerbo – e, dunque, è rimasta lontana dall’ambiente di lavoro. Sempre, considerando che la moglie di Cesare non deve avere ombre, preciso che “la Signora Tringali” ha rinunciato espressamente, già da qualche anno, al trasferimento presso il Commissariato di Condofuri, dove Palizzi ricade per competenza territoriale, appunto, per evitare qualsiasi “conflitto di interesse” con la mia attività politica.
Detto ciò, delle domande vanno poste a chi ha scritto la notizia: “Dove ha attinto la notizia? Su quale candidata si sarebbe concentrata l’attenzione di mia moglie, per trarne, io, vantaggio competitivo? Trovandosi mia moglie in aspettativa, già sei mesi prima che si presentassero le liste, come faceva a sapere quali sarebbero state le candidate della lista avversaria e, quindi, accedere abusivamente a notizie di reato che le riguardassero, per trarne io vantaggi politici?
Non v’è dubbio che rispetto a tali notizie, comprese quelle di confidenze, – conclude il sindaco di Palizzi – che sarebbero venute fuori dalle “stanze del Palazzo di Giustizia”, per amore della verità e della Giustizia bisognerà andare fino in fondo”.
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