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“Ortopedia Melito Porto Salvo, nulla é cambiato in merito a questo reparto del Presidio Ospedaliero “Tiberio Evoli” .
Vincenzo Marrari, Segretario Territoriale Cgs – NurSind di Reggio Calabria mette in evidenza ancora una volta le problematiche relative alla chiusura del raparto nel nosocomio melitese. Lo fa in una nota inviata al Direttore Sanitario dell’ASP, Dott. Pasquale Mesiti, ed al Commissario ad acta della Regione, Ing. Massimo Scura”. Nonstante la nota della direzione del dipartimento, prevedeva la sospensione momentanea dei ricoveri, alla data odierna tutto tace. Questo è quanto dichiarano dal NurSind.
Ortopedia Melito Porto Salvo
Il Segretario Territoriale Cgs – NurSind di Reggio Calabria riporta i dati salienti della vicenda riportata “come da nostra nota del 24 Agosto 2017, in cui si evidenziavano tutte le problematiche relative . Purtroppo ad oggi nulla è cambiato”. Marrari ricorda come la Direzione del Dipartimento Ospedaliero (a Firma del Dir. dott. Domenico Calabrò) prevedeva la “Sospensione temporanea delle attività di ricovero Ortopedia Melito”, con decorrenza da giorno 21 p.v. e sino al 10 di settembre 2017. Come riportato nella disposizione, recante prot. N° 531 del 17/08/2017 ASP-RC”.
La lettera é stata inviata due giorni fa, giorno 5 novembre, evidenziando che “ci troviamo di fronte ad una assoluta e completainterruzione di servizio pubblico. Purtroppo, in quanto il periodo di chiusura definito “temporaneo”, continua a perdurare tutt’ oggi. In tal modo si sta disattendendo completamente anche lo stesso ordine di servizio del 17/08/2017 n° Prot 531 a firma del D.A.O (Dott. Calabrò)”.
Marrari aggiunge anche che “nello specifico, attualmente, nessuna attività ambulatoriale e Day Surgery possono essere garantiti, come promessi e proposti a suo tempo”.
Incoerenza decisioni
Dura la presa di posizione di Marrari che aggiunge come “Si evidenzia, in tal caso, “l’incoerenza” di questa direzione ASP. Infatti nel proprio atto aziendale prevede per il fabbisogno Ortopedico/Traumatologico di 80 posti letto. I quali venivano suddivisi equamente in quattro S.O.C, ciascuna di 20 posti letto, Locri – Polistena – Melito di Porto Salvo – Gioia Tauro (mai attivati). In realtà non solo non incentiva i pochi posti aperti (n° 8 Locri, n° 10 Polistena, n° 10 Melito di Porto Salvo), ma il succitato ordine di servizio del Dott.Calabrò, addirittura riduce a soli 10 posti letto l’aspettativa ASP. In tal modo é stata provocata la chiusura completa della S.O.C del P.O di Melito di Porto Salvo e la riduzione ad un mero ambulatorio presso l’ospedale Spoke Locri”.
Precisazioni
Marrari rammenta nella sua nota che “lo stesso CCNL, come da accordi sulla mobilità nazionale ratificati a livello regionale oltre i 50 Km, prevede, che nessun ordine di servizio può essere prolungato oltre i trenta giorni”. Nella lettera si chiede “tutto ciò per gli interessi di chi? O di cosa? Ribadiamo con forza che, il provvedimento fino ad ora attuato è inopportuno, inefficace perfino azzardato. Con conseguente rischio di far collassare la sanità dell’intera Città Metropolitana e il venir meno di un diritto essenziale come quello della salute” (Art. 32). La popolazione è costretta a sobbarcarsi chilometri e chilometri e spese ad oggi insostenibili per potersi curare e addirittura visitare”.
Inoltre, Marrari aggiunge che “la situazione di Ortopedia/Traumatologia per l’ASP di Reggio Calabria è drammatica. Polistena deve essere rinforzata in tutto il suo personale colmando la carenza delle figure professionali. Locri dovrebbe avviare procedure straordinarie per l’assunzione di infermieri, di figure del comparto e dei dirigenti medici. Gioia Tauro dovrebbe valutare, nel breve tempo, strategie aziendali per l’apertura della S.O.C.”.
Richieste
Dopo questa lunga disamina, la Segreteria Territoriale Cgs/NurSind di Reggio Calabria chiede la riapertura immediata del reparto di Ortopedia Melito Porto Salvo. Oltre al conseguente rientro del Personale Medico trasferito in precedenza. Inoltre chiede l’attivazione di procedure di assunzione del personale carente, quale infermieri, figure del comparto di supporto e della Dirigenza Medica”.
In caso dovessero arrivare delle risposte, “codesta sigla sindacale sarà costretta ad intraprendere azioni legali. Lo si fará per tutelare i diritti dei cittadini e degli operatori della Sanità, ormai stanchi e delusi della situazione di precariato che ancora oggi persiste”.
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