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Confermate le condanne all’ex assessore regionale Domenico Crea e al suo ex collaboratore Paolo Attinà nell’ambito del processo di appello “Onorata sanità”.
Sono queste le decisioni della II sezione penale della Suprema Corte della Corte di Cassazione che ha rigettato i ricorsi. Rinviata, invece, davanti alla Corte d’appello, per la rideterminazione della pena la posizione del terzo imputato, Antonino Crea, figlio del politico melitese. La decisione è stata assunta in conseguenza all’annullamento di alcuni capi di accusa per sopravvenuta prescrizione.
Ad ascoltarlo c’erano il pg Gaeta, gli avvocati dei Crea, Antonio Managò e Nico D’ascola, e il difensore di Attinà, Maurizio Punturieri. La sentenza d’appello (dicembre 2012), aveva registrato la condanna di Mimmo Crea a 7 anni e 6 mesi di reclusione, e a 3 anni e 3 mesi per il figlio Antonio, mentre era stata ribaltata la sentenza di assoluzione in primo grado di Paolo Attinà, dipendente Afor, a cui erano stati inflitti sei anni.
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